Il Valtellina Superiore DOCG è prodotto
nel territorio valtellinese, una zona della Lombardia settentrionale che da
tempo immemore è rinomata per le sue eccellenti produzioni vitivinicole.
Origini e storia del Valtellina Superiore DOCG
Il territorio della Valtellina (terra di produzione del vino Valtellina Superiore
DOCG), da secoli e probabilmente
persino da millenni, è una terra vocata alla coltivazione dei vigneti. Già
negli scritti di diversi autori latini dell’età imperiale si possono trovare
riferimenti alla produzione vinicola valtellinese; secondo documenti storici risalenti
al X secolo, il Monastero di Sant’Ambrogio di Milano possedeva ed amministrava
molti
terreni coltivati a vite in questa zona montana.
vigneti della valtellina |
Nei secoli successivi la fama dei vini valtellinesi valicò
le Alpi, giungendo con il nome generico di “Veltliner” fin sulle tavole dei potenti vassalli germanici;
questo vino era consumato ad esempio nella zona della Renania, a Colonia, nella
valle del Danubio e dell’Inn, ma anche nel Cantone dei Grigioni e in numerose
zone dell’Italia settentrionale.
Lungo le sponde del fiume Adda, che solca la
Valtellina, vi è una zona che si estende per una quarantina di chilometri di
lunghezza interessata dalla presenza molti ettari di vigneti terrazzati. In
queste zone montane, infatti, l’unico modo di avere a disposizione spazi
coltivabili era attraverso il terrazzamento delle pendice vallive: queste opere
testimoniano l’impegno e la fatica di generazioni di valtellinesi. La
particolare conformazione del territorio, ovvero una valle montana disposta
lungo la direttrice
est-ovest, è una delle chiavi del successo dei vini
valtellinesi.
I terrazzamenti sono infatti affacciati verso sud e ricevono per tutto il giorno la luce del sole, dall’albeggiare sino al tramonto. Le montagne inoltre proteggono le coltivazioni dai freddi venti che soffiano da nord, contribuendo alla creazione di un microclima particolarmente adatto alla crescita delle viti e alla qualità delle uve prodotte.
Fra i vitigni più coltivati in Valtellina troviamo il Nebbiolo, che localmente è presente in una sottovarietà chiamata Chiavennasca. Sono ben due i vini valtellinesi ai quali è stata riconosciuta la Docg (Denominazione di Origine Controllata e Garantita): il “Valtellina Superiore” e lo “Sforzato di Valtellina”.
La straordinaria vocazione del territorio nei confronti delle produzioni vitivinicole è testimoniata anche dalla presenza del vino “Valtellina” Doc (Denominazione di Origine Controllata) e del “Terrazze Retiche di Sondrio”, un vino IGT (Indicazione Geografica Tipica).
vigneti |
I terrazzamenti sono infatti affacciati verso sud e ricevono per tutto il giorno la luce del sole, dall’albeggiare sino al tramonto. Le montagne inoltre proteggono le coltivazioni dai freddi venti che soffiano da nord, contribuendo alla creazione di un microclima particolarmente adatto alla crescita delle viti e alla qualità delle uve prodotte.
Fra i vitigni più coltivati in Valtellina troviamo il Nebbiolo, che localmente è presente in una sottovarietà chiamata Chiavennasca. Sono ben due i vini valtellinesi ai quali è stata riconosciuta la Docg (Denominazione di Origine Controllata e Garantita): il “Valtellina Superiore” e lo “Sforzato di Valtellina”.
La straordinaria vocazione del territorio nei confronti delle produzioni vitivinicole è testimoniata anche dalla presenza del vino “Valtellina” Doc (Denominazione di Origine Controllata) e del “Terrazze Retiche di Sondrio”, un vino IGT (Indicazione Geografica Tipica).
Attualmente è il Consorzio per la Tutela dei Vini di Valtellina, fondato nel 1976 e
con sede a ad occuparsi di tutti gli aspetti legati alla produzione e alla
valorizzazione dei vini valtellinesi. La produzione del Valtellina Superiore
Docg è regolamentata dal Disciplinare di Produzione la cui ultima versione
(contenente alcune modifiche rispetto alle precedenti) è entrata in vigore nel
gennaio del 2010.
Tipologie e produzione del Valtellina Superiore Docg
Il vino Valtellina Superiore Docg viene
commercializzato in diverse tipologie:
- normale
- Maroggia
- Inferno
- Sassella
- Valgella
- Grumello
- Riserva
Le indicazioni Maroggia,
Inferno, Sassella, Grumello e Valgella
si riferiscono a ben precise sottozone di provenienza. I vini Valtellina
Superiore Docg possono essere immessi al consumo solo dopo un adeguato periodo
di invecchiamento ed affinamento la cui durata è stabilita in 24 mesi.
Di essi, dodici devono essere trascorsi all’interno di botti di legno. Esiste inoltre una tipologia “Riserva” nella quale ricadono i vini che hanno subito un invecchiamento almeno di tre anni.
Le uve utilizzate per la produzione del Valtellina Superiore Docg provengono per la maggior parte, almeno il 90%, dal tradizionale vitigno Nebbiolo (Chiavennasca). Per l’eventuale restante 10% possono essere impiegati altri vitigni non aromatici a bacca rossa riconosciuti idonei alla coltivazione da parte della provincia di Sondrio; fra i più impiegati troviamo ad esempio Rossola, Pignola o Brugnola.
Nel Disciplinare di Produzione sono specificati i confini dell’area geografica di
provenienza delle uve, e nel dettaglio anche delle cinque diverse sottozone. La produzione massima consentita è di 80 quintali per ettaro, mentre la resa dell’uva in vino non deve superare il 70%.
È importante sottolineare il fatto che anche tutte le operazioni di vinificazione ed invecchiamento devono essere condotte all’interno di questa area geografica: in questo modo si tutela il vino e la sua filiera produttiva dalla vigna sino alla tavola.
Una eccezione è rappresentata dall’autorizzazione concessa ad alcune tradizionali aziende ubicate al di fuori dell’area di produzione, ma sempre ricadenti nella provincia di Sondrio. Alcuni vini possono inoltre essere imbottigliati nel territorio della Confederazione Elvetica: essi vengono poi commercializzati con l’indicazione di “Stagafassli” in etichetta. In questo caso, decade automaticamente la possibilità di indicare la sottozona di provenienza e la qualificazione “Riserva”.
Di essi, dodici devono essere trascorsi all’interno di botti di legno. Esiste inoltre una tipologia “Riserva” nella quale ricadono i vini che hanno subito un invecchiamento almeno di tre anni.
Le uve utilizzate per la produzione del Valtellina Superiore Docg provengono per la maggior parte, almeno il 90%, dal tradizionale vitigno Nebbiolo (Chiavennasca). Per l’eventuale restante 10% possono essere impiegati altri vitigni non aromatici a bacca rossa riconosciuti idonei alla coltivazione da parte della provincia di Sondrio; fra i più impiegati troviamo ad esempio Rossola, Pignola o Brugnola.
Nel Disciplinare di Produzione sono specificati i confini dell’area geografica di
provenienza delle uve, e nel dettaglio anche delle cinque diverse sottozone. La produzione massima consentita è di 80 quintali per ettaro, mentre la resa dell’uva in vino non deve superare il 70%.
È importante sottolineare il fatto che anche tutte le operazioni di vinificazione ed invecchiamento devono essere condotte all’interno di questa area geografica: in questo modo si tutela il vino e la sua filiera produttiva dalla vigna sino alla tavola.
Una eccezione è rappresentata dall’autorizzazione concessa ad alcune tradizionali aziende ubicate al di fuori dell’area di produzione, ma sempre ricadenti nella provincia di Sondrio. Alcuni vini possono inoltre essere imbottigliati nel territorio della Confederazione Elvetica: essi vengono poi commercializzati con l’indicazione di “Stagafassli” in etichetta. In questo caso, decade automaticamente la possibilità di indicare la sottozona di provenienza e la qualificazione “Riserva”.
Caratteristiche del Valtellina Superiore
Il Valtellina Superiore Docg è caratterizzato da un colore
rosso rubino nel quale, con il precedere dell’invecchiamento, appaiono dei bei
riflessi tendenti al granato. Il profumo è caratteristico e molto gradevole,
persistente ma al contempo delicato. Il sapore di questo vino è asciutto,
vellutato e armonico, e solo leggermente tannico.
Esistono inoltre differenze di carattere organolettico fra i vini provenienti dalle diverse zone geografiche, che presentano caratteristiche sfumature aromatiche e di sapore.
Esistono inoltre differenze di carattere organolettico fra i vini provenienti dalle diverse zone geografiche, che presentano caratteristiche sfumature aromatiche e di sapore.
Fra tutti i Valtellina Superiore Doc è il vino che ha estensione geografica minore.
è un vino di carattere, deciso, il cui profumo leggermente vanigliato richiama agli aromi di nocciola tostata e di rosa appassita. Il sapore è asciutto, armonico e vellutato, tannico al punto giusto; l’ampiezza aromatica è notevole e con il procedere della maturazione la ruvidità iniziale lascia spazio a un sapore più morbido.
“Valtellina
Superiore” Grumello
La sottozona del Grumello è posta ad est di Sondrio sui terreni più profondi del Valtellina Superiore; il suo nome deriva dal castello di Grumello (XIII sec.) che domina tutta la zona.
viene prodotto con uve secondarie nelle quali prevale il vitigno Brugnola. La presenza di queste uve dona al vino un caratteristico profumo, nel quale sono evidenti le note che richiamano alla mandorla tostata.
La sottozona del Grumello è posta ad est di Sondrio sui terreni più profondi del Valtellina Superiore; il suo nome deriva dal castello di Grumello (XIII sec.) che domina tutta la zona.
viene prodotto con uve secondarie nelle quali prevale il vitigno Brugnola. La presenza di queste uve dona al vino un caratteristico profumo, nel quale sono evidenti le note che richiamano alla mandorla tostata.
“Valtellina
Superiore” Sassella
La storica e forse più famosa sottozona del Valtellina Superiore si estende
tra il Comune di Castione Andevenno e il territorio ad ovest di Sondrio, capoluogo di provincia (114 ettari). Una zona impervia e soleggiata, il cui nome probabilmente deriva da quello del santuario mariano omonimo che sorge sulla scenografica rupe della Sassella.
è un vino tendenzialmente più delicato rispetto ai due precedenti. Nel suo profumo si possono intuire gradevoli note di rosa canina, viola, lampone e rovere; il sapore, vellutato e asciutto, lascia intendere sentori di nocciola, mentre le note di fondo richiamano prevalentemente alle prugne secche e alla liquirizia.
La storica e forse più famosa sottozona del Valtellina Superiore si estende
tra il Comune di Castione Andevenno e il territorio ad ovest di Sondrio, capoluogo di provincia (114 ettari). Una zona impervia e soleggiata, il cui nome probabilmente deriva da quello del santuario mariano omonimo che sorge sulla scenografica rupe della Sassella.
è un vino tendenzialmente più delicato rispetto ai due precedenti. Nel suo profumo si possono intuire gradevoli note di rosa canina, viola, lampone e rovere; il sapore, vellutato e asciutto, lascia intendere sentori di nocciola, mentre le note di fondo richiamano prevalentemente alle prugne secche e alla liquirizia.
“Valtellina
Superiore” Valgella
La Valgella è la più estesa tra le sottozone del Valtellina Superiore ed è situata nei comuni di Teglio e Chiuro. Si presenta come un ampio promontorio roccioso esposto a sud sul quale si sviluppano verticalmente 137 ettari di vigne coltivate a Nebbiolo. Il nome Valgella trae origine da “Valgel”, termine dialettale che indica i piccoli ruscelli che dalle Alpi scendono sino al fondovalle.
si presenta, anche da giovane, con una piacevole morbidezza di gusti. Il profumo è aromatico e intenso, mentre il sapore è equilibrato, vellutato e solo leggermente tannico.
La Valgella è la più estesa tra le sottozone del Valtellina Superiore ed è situata nei comuni di Teglio e Chiuro. Si presenta come un ampio promontorio roccioso esposto a sud sul quale si sviluppano verticalmente 137 ettari di vigne coltivate a Nebbiolo. Il nome Valgella trae origine da “Valgel”, termine dialettale che indica i piccoli ruscelli che dalle Alpi scendono sino al fondovalle.
si presenta, anche da giovane, con una piacevole morbidezza di gusti. Il profumo è aromatico e intenso, mentre il sapore è equilibrato, vellutato e solo leggermente tannico.
“Valtellina
Superiore” Maroggia
È la zona di più recente riconoscimento (2002) localizzata nel comune di Berbenno in Valtellina. Prodotto in quantità limitata (25 gli ettari a vigneto), il vino Maroggia è legato
alla figura di Benigno De’ Medici che nella metà del Quattrocento trovò qui ospitalità e ristoro.
è caratterizzato da una certa robustezza di corpo, ma da un sapore amabile e vellutato.
È la zona di più recente riconoscimento (2002) localizzata nel comune di Berbenno in Valtellina. Prodotto in quantità limitata (25 gli ettari a vigneto), il vino Maroggia è legato
alla figura di Benigno De’ Medici che nella metà del Quattrocento trovò qui ospitalità e ristoro.
è caratterizzato da una certa robustezza di corpo, ma da un sapore amabile e vellutato.
Secondo il Disciplinare di Produzione, il titolo
alcolometrico volumico naturale minimo del Valtellina Superiore DOCG è di 12°;
l’acidità totale minima è di 4.5 grammi su litro, mentre l’estratto secco netto
minimo è pari a 23 g/l.
Il Valtellina DOCG viene commercializzato in bottiglie di forma “bordolese” o “borgognotta”, realizzate in vetro scuro e chiuse con un tappo in sughero. La capacità di questi contenitori è compresa fra 0.375 litri e 5 litri. Sulle bottiglie è sempre presente l’annata di vendemmia delle uve, per consentire al consumatore di valutare e distinguere il prodotto.
Il Valtellina DOCG viene commercializzato in bottiglie di forma “bordolese” o “borgognotta”, realizzate in vetro scuro e chiuse con un tappo in sughero. La capacità di questi contenitori è compresa fra 0.375 litri e 5 litri. Sulle bottiglie è sempre presente l’annata di vendemmia delle uve, per consentire al consumatore di valutare e distinguere il prodotto.
Consigli per gustare al meglio il Valtellina Superiore
Il Valtellina Superiore Docg è un vino che si presta
in modo eccellente ad accompagnare le carni rosse e la selvaggina da pelo, ed
in particolar modo arrosti, brasati, ricchi spezzatini e saporite specialità
alla griglia o allo spiedo.
Gli intenditori raccomandano di sorseggiare questo
vino mentre si gustano i Pizzoccheri,
il tradizionale primo piatto valtellinese a base di rustiche “tagliatelle”
preparate con grano saraceno e servite con verza, bietole, patate, formaggio
Valtellina Casera e un ricco condimento di burro.Un altro squisito accostamento
è rappresentato dalla locale polenta
taragna, preparata con un misto di mais e di grano saraceno, magari
servita con del salmì di cervo o con formaggi fusi.A proposito di prodotti
caseari, il Valtellina Superiore Docg è indicato per essere bevuto mentre si
assaggiano i formaggi tipici della zona quali il Bitto Dop e il sopracitato
Valtellina Casera Dop, ed in generale anche tutti i formaggi a pasta dura
stagionati e saporiti. L’ideale probabilmente è gustare questo vino in
abbinamento a taglieri misti di formaggi e salumi locali, come la squisita
Bresaola della Valtellina IGP o il Prosciutto Crudo della Valtellina.
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