La legislazione che successivamente ha introdotto via via le varie Denominazioni di Origine Controllata (D.O.C.) purtroppo non ha migliorato di molto la situazione poiché non è andata nella direzione del perseguimento della qualità: le zone geografiche ammesse sono quasi sempre troppo estese per riflettere le peculiarità dei territori, e i "paletti" qualitativi fissati sono sbilanciati verso il basso: per fare un esempio, i limiti di produzione dei vigneti (definiti mediante la resa per ettaro delle viti) sono spesso eccessivamente alti, a discapito della qualità finale
Questo stato di cose ha avuto effetti particolarmente negativi in Toscana, in quanto ha contribuito a deprimere le grandissime potenzialità del suo territorio incentivando la produzione di vini mediocri.
È stato a questo punto che alcuni produttori hanno deciso di realizzare vini ignorando le regole codificate dalle D.O.C., e cioè sfruttando al meglio le peculiarità del proprio territorio, lavorando in vigna in modo da ottenere bassissime rese per ettaro, adoperando botti diverse rispetto a quelle tradizionali e soprattutto concedendosi la massima libertà nell'uso di vitigni non ammessi dalle D.O.C ma che ci si poteva aspettare potessero dare buoni risultati.
Grazie a queste sperimentazioni, costituite da ricerche in vigna e in cantina di altissimo livello (che, è bene sottolinearlo, hanno i loro costi e possono essere eseguite da aziende in grado di sostenere forti investimenti) sono stati ottenuti vini diventati presto prodotti di punta i quali, pur potendosi chiamare con il semplice nome di "vino da tavola", hanno scavalcato di gran lunga (in valore assoluto e nel prezzo) i prodotti D.O.C. e le relative "riserve" delle rispettive aziende, andandosi a collocare spesso ai vertici dell'enologia mondiale. Il nome con cui si suole indicare questi "super vini da tavola" è quello di Super-Tuscan.
Per riassumere e concludere, i Super-Tuscan hanno assunto il ruolo di "motore" per il
A questo punto rimane da chiedersi: come uscire da questa anomala situazione? È possibile modificare le regole in modo da riassorbire questi grandi vini "da tavola" nell'ambito di Denominazioni di Origine Controllata?Il mio pensiero è si, perchè continuando così, avremmo sempre di più vini di fama mondiale con la dicitura vino da tavola, e Docg molto discutibili e di scarso interesse enologico. L'importante è il rispetto dela vigna, e qui mi ricollego all'articolo pubblicato sul "Terroir".
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