mercoledì 17 maggio 2017

Che cosa sono i Super-Tuscan?

Le leggi che nel secondo dopoguerra vennero stabilite per regolare la produzione vinicola italiana furono di natura tale da risultare, se non assurde, comunque assolutamente inadeguate alla ricchezza e varietà della massetorealtà del nostro Paese, e furono dettate principalmente dall'esigenza di soddisfare la grande impennata dei consumi che contraddistinse quel periodo storico italiano.
La legislazione che successivamente ha introdotto via via le varie Denominazioni di Origine Controllata (D.O.C.) purtroppo non ha migliorato di molto la situazione poiché non è andata nella direzione del perseguimento della qualità: le zone geografiche ammesse sono quasi sempre troppo estese per riflettere le peculiarità dei territori, e i "paletti" qualitativi fissati sono sbilanciati verso il basso: per fare un esempio, i limiti di produzione dei vigneti (definiti mediante la resa per ettaro delle viti) sono spesso eccessivamente alti, a discapito della qualità finale sassicaiadel prodotto.
Questo stato di cose ha avuto effetti particolarmente negativi in Toscana, in quanto ha contribuito a deprimere le grandissime potenzialità del suo territorio incentivando la produzione di vini mediocri.
È stato a questo punto che alcuni produttori hanno deciso di realizzare vini ignorando le regole codificate dalle D.O.C., e cioè sfruttando al meglio le peculiarità del proprio territorio, lavorando in vigna in modo da ottenere bassissime rese per ettaro, adoperando botti diverse rispetto a quelle tradizionali e soprattutto concedendosi la massima libertà nell'uso di vitigni non ammessi dalle D.O.C ma che ci si poteva aspettare potessero dare buoni risultati.
Grazie a queste sperimentazioni, costituite da ricerche in vigna e in cantina di altissimo livello (che, è bene sottolinearlo, hanno i loro costi e possono essere eseguite da aziende in grado di sostenere forti investimenti) sono stati ottenuti vini diventati presto prodotti di punta i quali, pur potendosi chiamare con il semplice nome di "vino da tavola", hanno scavalcato di gran lunga (in valore assoluto e nel prezzo) i prodotti D.O.C. e le relative "riserve" delle rispettive aziende, andandosi a collocare spesso ai vertici dell'enologia mondiale. Il nome con cui si suole indicare questi "super vini da tavola" è quello di Super-Tuscan.
ornellaiaDopo i primi prodotti "pioneristici" la produzione dei Super-Tuscan ha dilagato, e sarebbe troppo lungo farne un elenco: fra i più famosi possiamo ricordare il Sassicaia (Cabernet Sauvignon prodotto nel Sud della Toscana, presso Bolgheri) che può esserne considerato il capostipite, anche se per la precisione ora è un "ex", essendo stata creata una D.O.C. apposta per lui; il Tignanello, che è il prototipo di tanti grandi vini creati dalla congiunzione di Sangiovese e Cabernet Sauvignon. E proseguendo si possono ricordare Ornellaia e Solaia, e poi elencare tanti grandi esempi di uvaggi bordolesi (Cabernet Sauvignon e Merlot), talvolta arricchiti di Petit Verdot e Syrah. L'ultimo esempio  è quello dei Sangiovesi in purezza, che con le nuove regole della D.O.C.G. (dove G. sta per Garantita) potrebbero essere chiamati Chianti, cosa che la stragrande maggioranza dei produttori per ora si guarda bene dal fare.
Per riassumere e concludere, i Super-Tuscan hanno assunto il ruolo di "motore" per iltignanello rinnovamento della enologia Toscana, e grazie alla loro creazione è ripartita la ricerca verso una produzione vinicola di qualità che era stata bloccata da legislazioni inadeguate. Non solo: sul loro stile sono stati prodotti in tutta Italia vini di grande livello che sono rimasti fuori dalle relative D.O.C.
A questo punto rimane da chiedersi: come uscire da questa anomala situazione? È possibile modificare le regole in modo da riassorbire questi grandi vini "da tavola" nell'ambito di Denominazioni di Origine Controllata?Il mio pensiero è si, perchè continuando così, avremmo sempre di più vini di fama mondiale con la dicitura vino da tavola, e Docg molto discutibili e di scarso interesse enologico. L'importante è il rispetto dela vigna, e qui mi ricollego all'articolo pubblicato sul "Terroir".

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