venerdì 23 marzo 2018

Viticoltura ed enologia dell'Australia

Nonostante la maggioranza della produzione dell'Australia sia limitata ad una determinata zona, questo paese dimostra, anno dopo anno, di essere uno dei protagonisti dell'enologia mondiale
L'Australia è il paese al quale si pensa piuttosto per la ricchezza della sua particolare fauna e flora, per i suoi suggestivi incontaminati e selvaggi luoghi, piuttosto che per i suoi ottimi vini. Di certo i produttori Australiani si sono dati molto da fare in modo da fare conoscere i prodotti della loro enologia, la cui produzione è prevalentemente esportata all'estero. Lo sviluppo dell'enologia Australiana è stata, forse, fra le più rapide ed efficienti di tutto il mondo, una storia piuttosto recente e un eccellente livello qualitativo raggiunto in poco tempo, non solo, aggiungendo anche un carattere di tipicità ai propri prodotti, sia con l'apporto di tecnologia sia con l'uso della botte, fino ad arrivare a creare una vera e propria impronta unica e, soprattutto, “Australiana”.Forse il segreto del successo del vino Australiano è stata l'adozione, fin dai primi momenti del “rinascimento” della loro enologia, di avanzate tecnologie enologiche e di pratiche all'avanguardia, un passo che ha consentito un rapido sviluppo e un livello elevato; non a caso i più famosi “flying winemakers” (enologi volanti) del mondo provengono appunto dall'Australia e vengono spesso chiamati da aziende vinicole Europee e Americane in modo da avvalersi della loro collaborazione e competenza.L'Australia è attualmente l'ottavo produttore di vino del mondo e ha un consumo pro capite di circa 20 litri, attestandosi al diciottesimo posto fra i consumatori di vino del mondo. Di fatto, in Australia si produce più vino di quanto se ne consumi, una condizione che impone una forte strategia commerciale rivolta in buona misura all'estero, fino al punto ad avere una quota di esportazione di vino verso alcuni paesi occidentali, come per esempio negli Stati Uniti d'America, prossima a quella degli storici produttori Europei come l'Italia e la Francia. Va comunque considerato che uno dei fattori principali per il successo dell'enologia Australiana e che ha contribuito alla loro diffusione e al loro apprezzamento, è senz'altro l'ottima qualità offerta ad un prezzo accessibile e ragionevole. Ovviamente, questo si verifica in termini generali, come in ogni paese vinicolo del mondo, esistono le dovute eccezioni; ci sono vini Australiani il cui costo è elevato tanto quanto quelli delle più blasonate cantine Europee o Americane.
La storia della viticoltura e dell'enologia Australiana è, rispetto agli altri paesi vinicoli d'Europa, relativamente giovane. Si ritiene che la vite fu introdotta in Australia nel 1788 dall'allora governatore, capitano Arthur Phillip, che riportò a Sydney, di ritorno da uno dei suoi viaggi all'estero, degli esemplari di viti provenienti, non dall'Europa, ma da Rio de Janeiro e da Capo di Buona Speranza (Sud Africa). Queste viti furono piantate nelle tenute del governatore che risultarono essere dei buoni terreni per la coltivazione della vite ma non per la produzione di vino. Il governatore non si diede per vinto e decise di ripetere l'esperimento e piantò un nuovo vigneto nel giardino in una proprietà a Parramatta, poco a nord di Sydney. Questo terreno risultò essere molto più adatto del precedente, tanto che incoraggiò Phillip a fare richieste ufficiali al governo inglese perché fossero inviati in Australia degli esperti in viticoltura e in enologia. Per tutta risposta, il governo Inglese inviò due detenuti Francesi, ai quali fu offerta in cambio la libertà, convinti che ogni Francese fosse un esperto di enologia, o che comunque sapesse qualcosa di viticoltura e di enologia. I risultati furono, com'era prevedibile, catastrofici, tanto che uno di loro fu rispedito in Inghilterra, mentre l'altro tentò di produrre sidro, commettendo la “leggerezza” di usare le pesche al posto delle mele. Di certo, l'enologia Australiana non poteva avere un inizio peggiore di questo. Nonostante questo “incidente di percorso”, si hanno notizie che fra il 1820 e il 1840 la viticoltura e l'enologia erano ben diffuse e radicate nel Galles del Sud, in Tasmania, nell'Australia Occidentale, nella Victoria e nell'Australia Meridionale. Le specie di viti coltivate a quell'epoca erano di esclusiva provenienza Europea, non si conoscono specie di viti autoctone Australiane, e la pratica dell'ibridazione, diffusa negli Stati Uniti d'America di quel tempo, non fu mai adottata. In realtà va osservato che il suolo Australiano, a differenza di quello Americano, non era infestato da parassiti, come la temibile fillossera, e quindi la coltivazione delle specie Europee non presentò grosse difficoltà. Tuttavia questo flagello non risparmiò nemmeno l'Australia e fece ufficialmente la sua comparsa nelle terre della Victoria nel 1877. Curiosamente, fu l'unico luogo dove si diffuse la fillossera e non si propagò nemmeno nei territori confinanti che, a tutt'oggi, sono stati risparmiati dalle terribili conseguenze di questo minuscolo parassita della vite. L'arrivo della fillossera alterò, come in tutti gli altri luoghi da questa infestati, sia la produzione sia le strategie produttive, costringendo i produttori ad adottare opportune misure preventive. Nonostante i danni subiti dalla fillossera, la Victoria divenne, verso la fine del 1800, il maggiore produttore dell'Australia e da sola riusciva a produrre quasi il doppio di tutti gli altri stati.
 La comparsa della fillossera modificò comunque lo stile produttivo della Victoria e questo segnò l'inizio, unitamente ad altri eventi, del suo declino. Il mutamento delle preferenze dei consumatori, dal vino secco a quello fortificato, portò agli inizi del 1900, alla ribalta l'Australia Meridionale fino a farla divenire la zona vitivinicola più importante dell'Australia, che di certo, rispetto alla Victoria, non aveva sofferto dei danni provocati dalla fillossera. Nel 1930 l'Australia Meridionale produceva oltre il 75% del vino prodotto in Australia e fu proprio in quel periodo che la “Valle della Barossa” divenne famosa. La produzione era sempre e comunque incentrata sui vini fortificati che venivano prevalentemente esportati, soprattutto in Inghilterra.
 Il rilancio dell'enologia Australiana ha avuto inizio verso la metà del 1950, un processo che ha portato a cambiamenti radicali e che ha riportato l'attenzione dei produttori alla produzione di vini secchi piuttosto che a quelli fortificati; un processo che ha reso l'enologia Australiana quello che è oggi. L'investimento massiccio che si operò in favore delle tecnologie più avanzate, gli innumerevoli esperimenti che si condussero a favore del miglioramento delle tecnologie enologiche, hanno permesso agli enologi Australiani e alla scuola enologica dell'Australia di arrivare ad occupare un posto di rilievo nello scenario enologico di tutto il mondo. Un risultato eclatante che è stato conseguito in un periodo piuttosto breve: circa 30 anni. Un passaggio drastico che ha fatto completamente dimenticare la mediocre produzione precedente agli anni '50 dello scorso secolo, un passaggio che ha condotto l'Australia e i vini Australiani fra le posizioni di primaria importanza di tutto il mondo enologico.

Il Sistema Di Qualità Australiano

A differenza degli altri paesi produttori di vino del mondo, l'Australia non prevede alcun sistema di produzione di qualità regolamentato da norme e leggi. Non esistono, al momento attuale, norme che indicano ai produttori quali uve sono permesse per la produzione di determinati vini, delimitazioni geografiche di aree o pratiche enologiche e viticolturali consentite. Per rendere chiaro il concetto, non esistono disciplinari di produzione come sono in vigore, per esempio, in Francia (AOC), in Italia (DOC) o negli Stati Uniti d'America (AVA).
 In realtà, l'esigenza di creare un sistema di produzione di qualità legalmente istituito e riconosciuto emerse circa 40 anni fa, i primi tentativi risalgono al 1963 circa, ma a tutt'oggi non esistono indicazioni e disciplinari che regolamentano la produzione. Tuttavia in Australia è in vigore un sistema che definisce e impone direttive che devono essere applicate nella compilazione delle etichette. Questo sistema, che prende il nome di LIP, (Label Integrity Programme) è regolamentato dall'Australian Wine and Brandy Corporation che ha inoltre il compito di definire e regolamentare, il processo di definizione del sistema è ancora in via di definizione, le zone di produzione vitivinicola dell'Australia. Questo sistema impone ai produttori che le etichette dei loro vini devono essere composte e strutturate in modo tale da fornire delle indicazioni specifiche ai consumatori, relativamente al vino contenuto nella bottiglia. Per la corretta valutazione del vino Australiano si rende quindi necessaria la conoscenza delle indicazioni riportate nelle etichette e il modo in cui queste vanno interpretate.
·         Se nell'etichetta è riportato il nome dell'uva con cui si è prodotto il vino, almeno l'85% dovrà essere prodotto con l'uva indicata
·         Se nell'etichetta è riportato il nome della zona di produzione, almeno l'85% del vino dovrà essere prodotto nella zona indicata
·         Se nell'etichetta è riportato l'anno della vendemmia, la percentuale minima di vino prodotto in quella specifica annata dovrà essere di almeno il 95%
·         Nel caso in cui un vino sia prodotto con più uve, queste vanno indicate nell'etichetta per ordine di quantità e in senso decrescente. Se, per esempio, nell'etichetta si troverà scritto “Cabernet Sauvignon-Shiraz”, significa che il vino è prodotto con le uve indicate, di cui il Cabernet Sauvignon costituisce la percentuale maggiore. L'esatta percentuale di composizione della miscela deve essere inoltre riportata fra le indicazioni dell'etichetta, spesso, viene specificato nel retro etichetta. Lo stesso principio si applica anche a vini che riportano in etichetta più di una zona.
 Va inoltre osservato che nelle etichette dei vini Australiani possono anche apparire dei nomi di fantasia, o aziendali, attribuiti ai vini, spesso si trovano sia nomi di fantasia, sia la composizione delle uve. Un'altra consuetudine che si ritrova nelle etichette dei vini Australiani è la frequenza con cui appare la dicitura “Bin” seguita da un numero. Questa consuetudine, che probabilmente ha avuto inizio nei primi anni del 1930, indicherebbe in realtà il numero del contenitore (bin in inglese ha proprio questo significato) dove è stato conservato il vino prima dell'imbottigliamento. Il sistema di numerare i contenitori era praticato dai produttori in modo da avere traccia dei vini prodotti nelle varie annate, così come dei vari assemblaggi o vinaggi che venivano realizzati nella cantina oltre a particolari vini prodotti in determinate zone o vigneti. Il numero, in pratica, identificava un determinato vino prodotto in un determinato anno e con un determinato metodo. Questo sistema è oramai divenuto consuetudine fra i produttori Australiani tanto da essere ancora utilizzato e, ancora oggi, moltissimi vini Australiani riportano in etichetta la dicitura Bin seguita dal numero con cui sono da sempre conosciuti.
Zone di produzione
La produzione vinicola dell'Australia è praticamente incentrata nella zona meridionale, in particolare nei territori del Nuovo Galles del Sud, Victoria e Australia Meridionale, quest'ultima è da 
considerarsi come la zona più importante e più produttiva del paese. La maggioranza della produzione è realizzata dalle attivissime e fiorenti aziende vinicole che si trovano in prossimità delle città di Sydney, Canberra, Melbourne e Adelaide. Il resto della produzione, con quote decisamente più modeste, è realizzato in Tasmania e nell'Australia Occidentale, nei pressi di Perth. Si registra inoltre una produzione piuttosto marginale anche nelle aree del Queensland e nei territori settentrionali.
 Una delle caratteristiche che contraddistingue l'enologia e la viticoltura Australiana, è il massiccio impiego di tecnologie, dalla vigna fino alla cantina. Le vendemmie, così come gli altri lavori in vigna, sono in genere meccanizzate, raramente i produttori raccolgono le uve manualmente, forse, per mancanza di personale, e i processi di vinificazione sono condotti secondo le più avanzate tecnologie. Quello che emerge è lo spirito di adattamento e di sperimentazione degli Australiani, forse, più che in ogni altro paese, qui si da libero spazio alle idee e alla sperimentazione, sia in vigna sia in cantina, e spesso i risultati vengono perfino adottati dalle industrie vinicole di altri paesi. In Australia si producono sia vini bianchi sia vini rossi, con una maggiore percentuale a favore dei bianchi, oltre ad una discreta quantità di vini spumanti e vini fortificati. Le uve bianche più coltivate in Australia sono lo Chardonnay, il Riesling e il Sémillon (che qui viene scritto some Semillon), mentre le uve a bacca rossa più coltivate sono il Cabernet Sauvignon e il Syrah (che in Australia, oltre che nel Sud Africa, viene chiamato Shiraz). Senza ombra di dubbio i migliori risultati dell'enologia Australiana sono rappresentati dallo Chardonnay, per i vini bianchi, e dallo Shiraz per i vini rossi. Altre uve a bacca bianca coltivate in Australia, seppure in quantità decisamente più modeste, sono il Muscadelle, il Muscat Blanc à Petits Grains, il Muscat Gordo Blanco (nome con cui è noto in Australia il Moscato d'Alessandria), il Palomino e il Pedro Ximénez (utilizzati prevalentemente per i vini fortificati), il Sauvignon Blanc e il Verdelho. Fra le altre uve a bacca rossa troviamo invece la Grenache, Merlot, Mourvèdre e il Pinot Nero.

Australia Meridionale


L'Australia Meridionale è senza ombra di dubbio la zona più rappresentativa e produttiva di tutto il paese. Più della metà di tutto il vino Australiano è prodotto in questa zona ed è proprio qui che si trovano le aree vitivinicole più prestigiose, come, per esempio, la Barossa Valley, Coonawarra, Adelaide Hills, Eden Valley, Clare Valley, Padthaway e McLaren Vale. La zona più attiva e importante si sviluppa intorno alla città di Adelaide con l'eccezione di Padthaway e Coonawarra che si trovano all'estremità più a sud di questa zona. Fra le aree di produzione dell'Australia Meridionale, Barossa Valley e Coonawarra sono quelle che certamente sono le più famose, non solo di questa zona, ma anche di tutta l'Australia. La Barossa Valley, che si trova in prossimità di Adelaide, è famosa per i suoi potenti e strepitosi vini prodotti con uve Shiraz, mentre Coonawarra per i vini prodotti con uve Cabernet Sauvignon. Oltre che i suoi Shiraz, la Barossa Valley è anche famosa per lo Chardonnay, nella maggior parte vinificato facendo uso della botte, ed è proprio in questa zona che si trova le più importanti e produttive aziende che fabbricano botti, un evidente segno di quanto la botte e il legno sia utilizzato sia nella Barossa Valley sia in Australia. Fra gli altri vini di interesse prodotti nella Barossa Valley troviamo buoni esempi di Riesling, Sémillon e Cabernet Sauvignon. La Clare Valley, a nord della Barossa Valley, produce vini raffinati ed eleganti fra cui, probabilmente fra i più noti, sono quelli di uve Riesling e Cabernet Sauvignon. Un'altra zona di eccellenza dell'Australia Meridionale è certamente Coonawarra, che produce eccellenti vini sia rossi sia bianchi. Inizialmente, fu lo Shiraz a primeggiare in questa zona e, nonostante rimanga ancora una delle uve di primaria importanza in questa area, si è scoperto successivamente che il suo territorio era particolarmente adatto per il Cabernet Sauvignon. Fra i vini bianchi si producono il Riesling, che si esprime in questa zona in modo superbo, oltre allo Chardonnay, fra i migliori di tutta l'Australia. Poco a sud di Adelaide si trova un'altra zona di sicuro interesse, denominata Southern Vales, e che comprende l'area di McLaren Vale, dove si producono eccellenti esempi di vini da uve Shiraz, Cabernet Sauvignon e Chardonnay.

Nuovo Galles del Sud

 Il Nuovo Galles del Sud rappresenta, di fatto, la seconda zona di produzione dell'Australia. Fra le sue aree più note troviamo la Hunter Valley, Mudgee e Riverina. Senza ombra di dubbio, la più celebre area di questa zona è la Hunter Valley, a nord di Sydney, nota per l'eleganza dei suoi Chardonnay, non da ultimo, per i suoi sorprendenti vini da uve Sémillon. I vini prodotti con Sémillion della Hunter Valley posso apparire, in gioventù, come dei vini ordinari e poco entusiasmanti, in realtà quando si concede loro il giusto tempo di affinamento in bottiglia, di almeno 5 anni, ma spesso anche 10, diventano straordinariamente complessi ed avvincenti: intensi e netti aromi e sapori di miele, nocciola e frutta secca esplodono dal bicchiere in modo sorprendente. Un'altra zona di interesse del Nuovo Galles del Sud è Mudgee, che si trova ad ovest della Hunter Valley, dove si producono, probabilmente, i migliori vini da uve Cabernet Sauvignon di tutta la zona. Nella parte centrale di questa zona troviamo l'area di Riverina, che è prevalentemente nota per la sua produzione di vini fortificati oltre ad una vasta produzione di vini da tavola e di largo consumo.

Victoria

La zona di Victoria è stata, fino alla fine degli anni 1960, la più importante zona di produzione di tutta l'Australia, tuttavia, quando l'enologia Australiana riprese slancio verso quel processo di trasformazione che l'ha resa una solida realtà, Victoria ha ceduto il suo scettro all'Australia Meridionale. Attualmente la Victoria è la terza zona vinicola più importante dell'Australia ed è la zona più a sud dell'Australia, se si esclude ovviamente l'isola di Tasmania, nei pressi di Melbourne.
Le aree in prossimità dell'oceano, come per esempio Yarra Valley, Geelong e Mornington Valley, sono caratterizzate da un clima piuttosto fresco e quindi vocate alla produzione di vini da uve Chardonnay e Pinot Nero. Nelle aree più interne di questa zona, Central Victoria, Goulburn Valley, Pyrenees e Grampians, il clima è più adatto alla produzione di vini da uve Shiraz e Cabernet Sauvignon. Da notare che nella Victoria si rileva inoltre una buona produzione di vini spumanti prodotti con metodo classico e, nelle aree di Rutherglen e Glenrowan, un'interessante produzione di vini da dessert da uve moscato. Tasmania La Tasmania, un'isola a forma triangolare che si trova a sud dell'Australia, è fra le aree vinicole emergenti e che stanno conquistando un posto di interesse fra quelle del paese. La produzione è prevalentemente incentrata nelle coste settentrionali e nelle coste meridionali dell'isola. Il clima particolarmente fresco dell'isola è adatto all coltivazione di uve rosse, in particolare il Cabernet Sauvignon e Pinot nero, tuttavia troviamo un'interessante produzione di vini bianchi da uve Chardonnay e Riesling. I vini della Tasmania sono famosi per la loro delicatezza e la loro eleganza e in questa isola si producono inoltre vini spumanti metodo classico da uve Chardonnay e Pinot nero.

Australia Occidentale


Distante dalla zona vinicola principale dell'Australia, a migliaia di chilometri a ovest, troviamo l'Australia Occidentale che si sviluppa intorno a Perth. Pur essendo così distante dall'Australia Meridionale e producendo una quantità piuttosto modesta, se confrontata con l'altra zona, tuttavia qui si trovano interessanti vini prodotti con uve Chardonnay, Sémillon e Sauvignon Blanc per quelle a bacca bianca, Cabernet Sauvignon e Merlot per le uve a bacca rossa. L'area più famosa di questa zona è certamente la Margaret River, a sud di Perth, prevalentemente nota per i suoi vini da uve Cabernet Sauvignon, oltre che da uve Chardonnay e Pinot nero. Un'altra area che va ricordata in questa zona è la Swan Valley, ad est di Perth, che è stata prima l'area dell'Australia Occidentale a divenire famosa. Ancora oggi si distingue per la produzione di un vino bianco prodotto con uve Chenin Blanc, Muscadelle e Chardonnay. In quest'area si rileva inoltre una discreta produzione di vini da uve Verdelho. Infine, un'altra area che ha mostrato buone potenzialità è Great Southern Region, all'estremità sud della zona, che, grazie al suo clima fresco, produce buoni vini da uve Pinot nero e Riesling.

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