Nonostante la
maggioranza della produzione dell'Australia sia limitata ad una determinata
zona, questo paese dimostra, anno dopo anno, di essere uno dei protagonisti
dell'enologia mondiale
L'Australia è il paese al quale si pensa piuttosto per la
ricchezza della sua particolare fauna e flora, per i suoi suggestivi
incontaminati e selvaggi luoghi, piuttosto che per i suoi ottimi vini. Di certo
i produttori Australiani si sono dati molto da fare in modo da fare conoscere i
prodotti della loro enologia, la cui produzione è prevalentemente esportata
all'estero. Lo sviluppo dell'enologia Australiana è stata, forse, fra le più
rapide ed efficienti di tutto il mondo, una storia piuttosto recente e un
eccellente livello qualitativo raggiunto in poco tempo, non solo, aggiungendo
anche un carattere di tipicità ai propri prodotti, sia con l'apporto di
tecnologia sia con l'uso della botte, fino ad arrivare a creare una vera e
propria impronta unica e, soprattutto, “Australiana”.Forse il segreto del
successo del vino Australiano è stata l'adozione, fin dai primi momenti del
“rinascimento” della loro enologia, di avanzate tecnologie enologiche e di
pratiche all'avanguardia, un passo che ha consentito un rapido sviluppo e un
livello elevato; non a caso i più famosi “flying winemakers” (enologi volanti)
del mondo provengono appunto dall'Australia e vengono spesso chiamati da
aziende vinicole Europee e Americane in modo da avvalersi della loro
collaborazione e competenza.L'Australia è attualmente l'ottavo produttore di
vino del mondo e ha un consumo pro capite di circa 20 litri, attestandosi al
diciottesimo posto fra i consumatori di vino del mondo. Di fatto, in Australia
si produce più vino di quanto se ne consumi, una condizione che impone una
forte strategia commerciale rivolta in buona misura all'estero, fino al punto
ad avere una quota di esportazione di vino verso alcuni paesi occidentali, come
per esempio negli Stati Uniti d'America, prossima a quella degli storici
produttori Europei come l'Italia e la Francia. Va comunque considerato che uno
dei fattori principali per il successo dell'enologia Australiana e che ha
contribuito alla loro diffusione e al loro apprezzamento, è senz'altro l'ottima
qualità offerta ad un prezzo accessibile e ragionevole. Ovviamente, questo si
verifica in termini generali, come in ogni paese vinicolo del mondo, esistono
le dovute eccezioni; ci sono vini Australiani il cui costo è elevato tanto
quanto quelli delle più blasonate cantine Europee o Americane.
La storia della viticoltura e dell'enologia Australiana è,
rispetto agli altri paesi vinicoli d'Europa, relativamente giovane. Si ritiene
che la vite fu introdotta in Australia nel 1788 dall'allora governatore,
capitano Arthur Phillip, che riportò a Sydney, di ritorno da uno dei suoi
viaggi all'estero, degli esemplari di viti provenienti, non dall'Europa, ma da
Rio de Janeiro e da Capo di Buona Speranza (Sud Africa). Queste viti furono
piantate nelle tenute del governatore che risultarono essere dei buoni terreni
per la coltivazione della vite ma non per la produzione di vino. Il governatore
non si diede per vinto e decise di ripetere l'esperimento e piantò un nuovo
vigneto nel giardino in una proprietà a Parramatta, poco a nord di Sydney.
Questo terreno risultò essere molto più adatto del precedente, tanto che
incoraggiò Phillip a fare richieste ufficiali al governo inglese perché fossero
inviati in Australia degli esperti in viticoltura e in enologia. Per tutta
risposta, il governo Inglese inviò due detenuti Francesi, ai quali fu offerta
in cambio la libertà, convinti che ogni Francese fosse un esperto di enologia,
o che comunque sapesse qualcosa di viticoltura e di enologia. I risultati
furono, com'era prevedibile, catastrofici, tanto che uno di loro fu rispedito
in Inghilterra, mentre l'altro tentò di produrre sidro, commettendo la
“leggerezza” di usare le pesche al posto delle mele. Di certo, l'enologia
Australiana non poteva avere un inizio peggiore di questo. Nonostante questo
“incidente di percorso”, si hanno notizie che fra il 1820 e il 1840 la
viticoltura e l'enologia erano ben diffuse e radicate nel Galles del Sud, in
Tasmania, nell'Australia Occidentale, nella Victoria e nell'Australia
Meridionale. Le specie di viti coltivate a quell'epoca erano di esclusiva
provenienza Europea, non si conoscono specie di viti autoctone Australiane, e
la pratica dell'ibridazione, diffusa negli Stati Uniti d'America di quel tempo,
non fu mai adottata. In realtà va osservato che il suolo Australiano, a
differenza di quello Americano, non era infestato da parassiti, come la
temibile fillossera, e quindi la coltivazione delle specie Europee non presentò
grosse difficoltà. Tuttavia questo flagello non risparmiò nemmeno l'Australia e
fece ufficialmente la sua comparsa nelle terre della Victoria nel 1877.
Curiosamente, fu l'unico luogo dove si diffuse la fillossera e non si propagò
nemmeno nei territori confinanti che, a tutt'oggi, sono stati risparmiati dalle
terribili conseguenze di questo minuscolo parassita della vite. L'arrivo della
fillossera alterò, come in tutti gli altri luoghi da questa infestati, sia la
produzione sia le strategie produttive, costringendo i produttori ad adottare
opportune misure preventive. Nonostante i danni subiti dalla fillossera, la
Victoria divenne, verso la fine del 1800, il maggiore produttore dell'Australia
e da sola riusciva a produrre quasi il doppio di tutti gli altri stati.
La comparsa della
fillossera modificò comunque lo stile produttivo della Victoria e questo segnò
l'inizio, unitamente ad altri eventi, del suo declino. Il mutamento delle
preferenze dei consumatori, dal vino secco a quello fortificato, portò agli
inizi del 1900, alla ribalta l'Australia Meridionale fino a farla divenire la
zona vitivinicola più importante dell'Australia, che di certo, rispetto alla
Victoria, non aveva sofferto dei danni provocati dalla fillossera. Nel 1930
l'Australia Meridionale produceva oltre il 75% del vino prodotto in Australia e
fu proprio in quel periodo che la “Valle della Barossa” divenne famosa. La
produzione era sempre e comunque incentrata sui vini fortificati che venivano
prevalentemente esportati, soprattutto in Inghilterra.
Il
rilancio dell'enologia Australiana ha avuto inizio verso la metà del 1950, un
processo che ha portato a cambiamenti radicali e che ha riportato l'attenzione
dei produttori alla produzione di vini secchi piuttosto che a quelli
fortificati; un processo che ha reso l'enologia Australiana quello che è oggi.
L'investimento massiccio che si operò in favore delle tecnologie più avanzate,
gli innumerevoli esperimenti che si condussero a favore del miglioramento delle
tecnologie enologiche, hanno permesso agli enologi Australiani e alla scuola
enologica dell'Australia di arrivare ad occupare un posto di rilievo nello
scenario enologico di tutto il mondo. Un risultato eclatante che è stato
conseguito in un periodo piuttosto breve: circa 30 anni. Un passaggio drastico
che ha fatto completamente dimenticare la mediocre produzione precedente agli
anni '50 dello scorso secolo, un passaggio che ha condotto l'Australia e i vini
Australiani fra le posizioni di primaria importanza di tutto il mondo
enologico.
Il
Sistema Di Qualità Australiano
A
differenza degli altri paesi produttori di vino del mondo, l'Australia non
prevede alcun sistema di produzione di qualità regolamentato da norme e leggi.
Non esistono, al momento attuale, norme che indicano ai produttori quali uve
sono permesse per la produzione di determinati vini, delimitazioni geografiche
di aree o pratiche enologiche e viticolturali consentite. Per rendere chiaro il
concetto, non esistono disciplinari di produzione come sono in vigore, per
esempio, in Francia (AOC), in Italia (DOC) o negli Stati Uniti d'America (AVA).
In realtà, l'esigenza di creare un sistema di produzione di qualità
legalmente istituito e riconosciuto emerse circa 40 anni fa, i primi tentativi
risalgono al 1963 circa, ma a tutt'oggi non esistono indicazioni e disciplinari
che regolamentano la produzione. Tuttavia in Australia è in vigore un sistema
che definisce e impone direttive che devono essere applicate nella compilazione
delle etichette. Questo sistema, che prende il nome di LIP, (Label Integrity Programme) è
regolamentato dall'Australian
Wine and Brandy Corporation che ha inoltre il compito di
definire e regolamentare, il processo di definizione del sistema è ancora in
via di definizione, le zone di produzione vitivinicola dell'Australia. Questo
sistema impone ai produttori che le etichette dei loro vini devono essere
composte e strutturate in modo tale da fornire delle indicazioni specifiche ai
consumatori, relativamente al vino contenuto nella bottiglia. Per la corretta
valutazione del vino Australiano si rende quindi necessaria la conoscenza delle
indicazioni riportate nelle etichette e il modo in cui queste vanno
interpretate.
·
Se nell'etichetta è riportato il nome dell'uva con cui si è
prodotto il vino, almeno l'85% dovrà essere prodotto con l'uva indicata
·
Se nell'etichetta è riportato il nome della zona di produzione,
almeno l'85% del vino dovrà essere prodotto nella zona indicata
·
Se nell'etichetta è riportato l'anno della vendemmia, la
percentuale minima di vino prodotto in quella specifica annata dovrà essere di
almeno il 95%
·
Nel caso in cui un vino sia prodotto con più uve, queste vanno
indicate nell'etichetta per ordine di quantità e in senso decrescente. Se, per
esempio, nell'etichetta si troverà scritto “Cabernet Sauvignon-Shiraz”,
significa che il vino è prodotto con le uve indicate, di cui il Cabernet
Sauvignon costituisce la percentuale maggiore. L'esatta percentuale di
composizione della miscela deve essere inoltre riportata fra le indicazioni
dell'etichetta, spesso, viene specificato nel retro etichetta. Lo stesso
principio si applica anche a vini che riportano in etichetta più di una zona.
Va
inoltre osservato che nelle etichette dei vini Australiani possono anche
apparire dei nomi di fantasia, o aziendali, attribuiti ai vini, spesso si
trovano sia nomi di fantasia, sia la composizione delle uve. Un'altra
consuetudine che si ritrova nelle etichette dei vini Australiani è la frequenza
con cui appare la dicitura “Bin” seguita da un numero. Questa consuetudine, che
probabilmente ha avuto inizio nei primi anni del 1930, indicherebbe in realtà
il numero del contenitore (bin in inglese ha proprio questo significato) dove è stato
conservato il vino prima dell'imbottigliamento. Il sistema di numerare i
contenitori era praticato dai produttori in modo da avere traccia dei vini
prodotti nelle varie annate, così come dei vari assemblaggi o vinaggi che
venivano realizzati nella cantina oltre a particolari vini prodotti in
determinate zone o vigneti. Il numero, in pratica, identificava un determinato
vino prodotto in un determinato anno e con un determinato metodo. Questo
sistema è oramai divenuto consuetudine fra i produttori Australiani tanto da
essere ancora utilizzato e, ancora oggi, moltissimi vini Australiani riportano
in etichetta la dicitura Bin seguita dal numero con cui sono da sempre conosciuti.
Zone di produzione
La produzione
vinicola dell'Australia è praticamente incentrata nella zona meridionale, in
particolare nei territori del Nuovo Galles del Sud, Victoria e Australia
Meridionale, quest'ultima è da
considerarsi
come la zona più importante e più produttiva del paese. La maggioranza della
produzione è realizzata dalle attivissime e fiorenti aziende vinicole che si
trovano in prossimità delle città di Sydney, Canberra, Melbourne e Adelaide. Il
resto della produzione, con quote decisamente più modeste, è realizzato in
Tasmania e nell'Australia Occidentale, nei pressi di Perth. Si registra inoltre
una produzione piuttosto marginale anche nelle aree del Queensland e nei
territori settentrionali.
Una
delle caratteristiche che contraddistingue l'enologia e la viticoltura
Australiana, è il massiccio impiego di tecnologie, dalla vigna fino alla
cantina. Le vendemmie, così come gli altri lavori in vigna, sono in genere
meccanizzate, raramente i produttori raccolgono le uve manualmente, forse, per
mancanza di personale, e i processi di vinificazione sono condotti secondo le
più avanzate tecnologie. Quello che emerge è lo spirito di adattamento e di
sperimentazione degli Australiani, forse, più che in ogni altro paese, qui si
da libero spazio alle idee e alla sperimentazione, sia in vigna sia
in cantina, e spesso i risultati vengono perfino adottati dalle industrie
vinicole di altri paesi. In Australia si producono sia vini bianchi sia
vini rossi, con una maggiore percentuale a favore dei bianchi, oltre ad una
discreta quantità di vini spumanti e vini fortificati. Le uve bianche più
coltivate in Australia sono lo Chardonnay, il Riesling e il Sémillon (che qui
viene scritto some Semillon), mentre le uve a bacca rossa più coltivate sono il Cabernet
Sauvignon e il Syrah (che in Australia, oltre che nel Sud Africa, viene
chiamato Shiraz). Senza ombra di dubbio i migliori risultati dell'enologia
Australiana sono rappresentati dallo Chardonnay, per i vini bianchi, e dallo Shiraz
per i vini rossi. Altre uve a bacca bianca coltivate in Australia, seppure in
quantità decisamente più modeste, sono il Muscadelle, il Muscat Blanc à Petits
Grains, il Muscat Gordo Blanco (nome con cui è noto in Australia il Moscato
d'Alessandria), il Palomino e il Pedro Ximénez (utilizzati prevalentemente per
i vini fortificati), il Sauvignon Blanc e il Verdelho. Fra le altre uve a bacca
rossa troviamo invece la Grenache, Merlot, Mourvèdre e il Pinot Nero.
Australia Meridionale
Nuovo Galles del Sud
Il
Nuovo Galles del Sud rappresenta, di fatto, la seconda zona di produzione
dell'Australia. Fra le sue aree più note troviamo la Hunter Valley, Mudgee e
Riverina. Senza ombra di dubbio, la più celebre area di questa zona è la Hunter
Valley, a nord di Sydney, nota per l'eleganza dei suoi Chardonnay, non da
ultimo, per i suoi sorprendenti vini da uve Sémillon. I vini prodotti con
Sémillion della Hunter Valley posso apparire, in gioventù, come dei vini
ordinari e poco entusiasmanti, in realtà quando si concede loro il giusto tempo
di affinamento in bottiglia, di almeno 5 anni, ma spesso anche 10, diventano
straordinariamente complessi ed avvincenti: intensi e netti aromi e sapori di
miele, nocciola e frutta secca esplodono dal bicchiere in modo sorprendente. Un'altra
zona di interesse del Nuovo Galles del Sud è Mudgee, che si trova ad ovest
della Hunter Valley, dove si producono, probabilmente, i migliori vini da uve
Cabernet Sauvignon di tutta la zona. Nella parte centrale di questa zona troviamo
l'area di Riverina, che è prevalentemente nota per la sua produzione di vini
fortificati oltre ad una vasta produzione di vini da tavola e di largo consumo.
Victoria
La zona di
Victoria è stata, fino alla fine degli anni 1960, la più importante zona di
produzione di tutta l'Australia, tuttavia, quando l'enologia Australiana
riprese slancio verso quel processo di trasformazione che l'ha resa una solida
realtà, Victoria ha ceduto il suo scettro all'Australia Meridionale.
Attualmente la Victoria è la terza zona vinicola più importante dell'Australia
ed è la zona più a sud dell'Australia, se si esclude ovviamente l'isola di
Tasmania, nei pressi di Melbourne.
Le aree in prossimità dell'oceano, come per esempio Yarra
Valley, Geelong e Mornington Valley, sono caratterizzate da un clima piuttosto
fresco e quindi vocate alla produzione di vini da uve Chardonnay e Pinot Nero.
Nelle aree più interne di questa zona, Central Victoria, Goulburn Valley,
Pyrenees e Grampians, il clima è più adatto alla produzione di vini da uve
Shiraz e Cabernet Sauvignon. Da notare che nella Victoria si rileva inoltre una
buona produzione di vini spumanti prodotti con metodo classico e, nelle aree di
Rutherglen e Glenrowan, un'interessante produzione di vini da dessert da uve
moscato. Tasmania La Tasmania, un'isola a forma triangolare che si
trova a sud dell'Australia, è fra le aree vinicole emergenti e che stanno
conquistando un posto di interesse fra quelle del paese. La produzione è
prevalentemente incentrata nelle coste settentrionali e nelle coste meridionali
dell'isola. Il clima particolarmente fresco dell'isola è adatto all
coltivazione di uve rosse, in particolare il Cabernet Sauvignon e Pinot nero,
tuttavia troviamo un'interessante produzione di vini bianchi da uve Chardonnay
e Riesling. I vini della Tasmania sono famosi per la loro delicatezza e la loro
eleganza e in questa isola si producono inoltre vini spumanti metodo classico
da uve Chardonnay e Pinot nero.
Australia Occidentale
Distante
dalla zona vinicola principale dell'Australia, a migliaia di chilometri a
ovest, troviamo l'Australia Occidentale che si sviluppa intorno a Perth. Pur
essendo così distante dall'Australia Meridionale e producendo una quantità
piuttosto modesta, se confrontata con l'altra zona, tuttavia qui si trovano
interessanti vini prodotti con uve Chardonnay, Sémillon e Sauvignon Blanc per
quelle a bacca bianca, Cabernet Sauvignon e Merlot per le uve a bacca
rossa. L'area più famosa di questa zona è certamente la Margaret River, a
sud di Perth, prevalentemente nota per i suoi vini da uve Cabernet Sauvignon,
oltre che da uve Chardonnay e Pinot nero. Un'altra area che va ricordata in
questa zona è la Swan Valley, ad est di Perth, che è stata prima l'area
dell'Australia Occidentale a divenire famosa. Ancora oggi si distingue per la
produzione di un vino bianco prodotto con uve Chenin Blanc, Muscadelle e
Chardonnay. In quest'area si rileva inoltre una discreta produzione di vini da
uve Verdelho. Infine, un'altra area che ha mostrato buone potenzialità è Great
Southern Region, all'estremità sud della zona, che, grazie al suo clima fresco,
produce buoni vini da uve Pinot nero e Riesling.
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