Da sempre il cibo ha avuto nel vino uno dei suoi
migliori alleati, un legame stretto che ha sempre accompagnato l'uomo nei
piaceri della tavola.
La presenza del vino a tavola, in modo particolare
nei paesi in cui la cultura enologica ha radici antiche, come l'Italia, la
Francia e la Spagna, è una caratteristica che da secoli accompagna i pasti
dell'uomo, da sempre ha avuto un'importanza fondamentale e un'attenzione
scrupolosa. Ovunque fosse presente vino si tentava immancabilmente di
stabilirne il migliore abbinamento con il cibo, in passato, al servizio dei
nobili, venivano impiegati veri e propri esperti che avevano appunto il
“delicato” compito di allietare e deliziare il palato dei loro padroni
proponendo i vini più adatti, e migliori, con i loro pasti.
Anche nelle classi meno abbienti si tentava di fare,
più o meno, la stessa cosa, tuttavia la scarsa disponibilità sia di mezzi
economici, sia pratici, non consentivano di disporre
di una vasta scelta di
vini da potere abbinare ai pasti, pertanto ci si accontentava di quello che il
luogo aveva da offrire, sia nel bicchiere, sia nel piatto, cercando, per quanto
possibile, di adattare l'uno e l'altro in modo da poterli felicemente abbinare.
Oggi le cose sono notevolmente cambiate, il progresso dei mercati e dei mezzi
di trasporto consentono di potere acquistare e apprezzare prodotti, e quindi
vini, provenienti da luoghi anche molto distanti da quello in cui si vive: oggi
è piuttosto frequente reperire un vino Australiano o Neozelandese in Italia o
in Francia, tanto per fare un esempio. Questa nuova opportunità ha consentito
di esplorare nuovi orizzonti anche nell'ambito dell'enogastronomia in quanto,
avendo una maggiore possibilità di scelta nei vini, rende più flessibile e più
versatile l'abbinamento cibo/vino.
Tuttavia l'argomento dell'abbinamento
enogastronomico è piuttosto vasto e complesso,
molti si sono espressi nella
formulazione di metodi “scientifici” tali da accontentare tutti i palati, lo
sforzo nella creazione di un metodo “universale” adattabile a qualunque
circostanza, a qualunque vino e a qualunque pietanza, non tiene conto, per
forza di cosa, di quell'elemento, imprevedibile e indiscutibile, che
caratterizza ogni ambito in cui l'appagamento personale degli individui entra
in gioco e deve essere soddisfatto: la soggettività e il gusto
personale. La fin troppo famosa “regola” che con il pesce va sempre e
comunque accompagnato con vino bianco, oltre a non essere assoluta, ci sono
vini rossi che ben accompagnano pietanze a base di pesce, non trova nessun
fondamento se si considera la soggettività di chi deve effettivamente mangiare
un piatto a base di pesce e sceglie di accompagnarlo con del vino. Ci sono
molte persone che preferiscono il vino rosso con il pesce, questo è pertanto il
loro migliore abbinamento, nonostante la “regola generale” suggerisca che è
sbagliato e improponibile. Ancora una volta, l'antico adagio dei Latini “De
Gustibus Non Est Disputandum” (Sui gusti non c'è disputa), rimane
appropriato, anche e soprattutto nell'abbinamento enogastronomico. Va comunque
riconosciuto e
considerato che i vari metodi tecnici di abbinamento
enogastronomico si basano su comprovati fondamenti chimici e oggettivamente
condivisibili secondo il gusto comune, pertanto costituiscono un valido e
rispettabile sistema che certamente consente di formulare un buon abbinamento.
Sistemi di Abbinamento
Nel
corso dei secoli si sono susseguite diverse scuole di pensiero sul tema
dell'abbinamento enogastronomico. Molte di queste si basavano sulle tradizioni
e le abitudini sociali dei luoghi in cui operavano, senza nessuna
considerazione per gli aspetti logici e tecnici. Essenzialmente si possono
individuare cinque sistemi principali di abbinamento cibo/vino:
- Soggettivo
- Tradizionale
- Stagionale
- Estetico/Emotivo
- Tecnico/Logico
L'abbinamento
soggettivo non necessita di particolari commenti, è semplicemente ciò che è
determinato dal gusto e dalle preferenze personali, non sempre condivisibili da
altri, ma comunque indiscutibili secondo la sfera personale.
L'abbinamento tradizionale ricopre invece un'importanza rilevante, soprattutto nei
luoghi da dove trae
origine, nei quali, tradizionalmente, si sono da sempre abbinati certi vini
locali a determinate pietanze locali, come per esempio nell'Emilia dove il
Lambrusco accompagna lo zampone, oppure come il tradizionale abbinamento fra lo
Champagne e il caviale o le ostriche. L'abbinamento enogastronomico
tradizionale, non sempre trova un riscontro logico e tecnico, come nel caso
dello Champagne abbinato con il caviale o con le ostriche; dal punto di vista
tecnico presentano caratteristiche tali da risultare poco abbinabili fra loro,
esaltando reciprocamente sapori dell'altro che insieme non risultano molto
gradevoli, se non per un pura soggettività. L'abbinamento tradizionale ricopre invece un'importanza rilevante, soprattutto nei
L'abbinamento
stagionale, che per molti aspetti ha legami stretti con quello tradizionale, si
basa sulla disponibilità stagionale di certi cibi e di certi vini, la
cui reperibilità è piuttosto limitata nell'arco di poche settimane. Questo è il
caso, per esempio, delle caldarroste, tipico alimento della stagione autunnale,
abbinate alla Cagnina, tipico della Romagna, oppure in Umbria si hanno le
caldarroste consumate con la vernaccia, un vino dolce a causa della non
completa fermentazione del mosto tipico della regione. Stesso cibo, stessa stagione,
ma vini diversi.
L'abbinamento estetico e emotivo e quello, fra tutti, che non tiene mai in considerazione i cibi con i quali i vini dovranno essere abbinati, una caratteristica che, di per sé, potrebbe anche non fare considerare questo caso specifico alla stregua di un abbinamento. Questo è il caso in cui si scelgono vini, e spesso anche i cibi, unicamente al prestigio e alla condizione imposta dalla circostanza e dal proprio stato d'animo, come per esempio scegliere vini prestigiosi e costosi, e magari per niente adatti al pasto, nelle occasioni molto formali o quando si vuole fare una bella impressione agli altri, come nel caso di una cena romantica o di affari, oppure in quei casi in cui si vuole ostentare un'agiatezza economica o esplicitare una determinata condizione sociale. Più che un abbinamento si potrebbe definire una strategia comportamentale con il fine di ottenere maggiore prestigio e approvazione dagli altri e dalla società.
Infine,
l'abbinamento logico e tecnico che si basa unicamente su considerazioni di tipo
chimico e su fondamenti oggettivi relativi al gusto e alle reazioni
fisiologiche dell'apparato gusto-olfattivo in conseguenza degli stimoli sia del
cibo sia del vino, una condizione che dovrebbe garantire dei risultati
apprezzabili secondo il “gusto comune”.
Un Approccio Logico e Tecnico
In un
sistema di abbinamento logico e tecnico, ben lontano da potere essere definito
in termini scientifici e infallibili, si deve, per prima cosa, valutare
singolarmente le caratteristiche organolettiche sia del cibo, sia del vino, e
stabilire di conseguenza il migliore abbinamento in accordo ai principi che
regolano la fisiologia del gusto. La formulazione di un corretto abbinamento
tecnico e logico richiede una conoscenza delle caratteristiche del cibo da
abbinare, non solo quelle organolettiche, ma anche le tecniche di cottura e di
preparazione che, com'è noto, influiscono sul gusto dei cibi. Anche senza
essere esperti enogastronomi si può comunque procedere con metodo in
modo da stabilire un buon abbinamento cibo/vino. Un abbinamento corretto è
quello in cui le caratteristiche organolettiche del cibo non sovrastano quelle
del vino e viceversa, in altre parole, cibo e vino dovranno esaltarsi e
completarsi a vicenda.
Normalmente
i principi generali che si applicano nell'abbinamento cibo/vino sono due,
precisamente la concordanza e la contrapposizione. Questo significa che
determinate sensazioni organolettiche del cibo, per potere essere correttamente
abbinate ad un vino, saranno associate ad equivalenti sensazioni organolettiche
del vino, mentre altre saranno contrastate da specifiche caratteristiche
organolettiche opposte del vino. Un esempio può essere costituito dalla
dolcezza di un cibo che viene sempre associata ad un vino dolce (concordanza)
piuttosto che al contrasto, vale a dire con un vino amaro, il risultato sarebbe
sgradevole alla quasi totalità delle persone. Viceversa, un cibo che presenti
una certa quantità di “untuosità”, necessita di un agente che deterga la bocca,
un lavoro che, per contrapposizione, può essere svolto, per esempio, dall'alcol
del vino.
Il
principio di concordanza è in genere quello più semplice da applicare e offre
numerose soluzione con la quasi totalità dei cibi. Uno di questi è certamente
rappresentato dagli aromi, o per meglio dire, dall'intensità o forza aromatica
del cibo e del vino. Un cibo emette odori propri, oltre a quelli degli
ingredienti utilizzati per la sua preparazione, come per esempio le spezie e le
erbe aromatiche. Un cibo molto aromatico si abbina con un vino molto aromatico,
un cibo dagli aromi delicati si abbina ad un vino dagli aromi leggeri. Lo
stesso vale per la dolcezza dei cibi: un cibo molto dolce richiede un vino
altrettanto dolce, un cibo leggermente dolce richiede un vino che abbia una
dolcezza non molto pronunciata. Lo stesso vale anche per la “robustezza” del
cibo: una pietanza ricca, robusta e strutturata, come per esempio, una carne
brasata con salse molto ridotte e saporite, richiede un vino che abbia un corpo
piuttosto imponente e una lunga persistenza, una pietanza leggera e delicata,
come per
Il
principio di contrapposizione è più complesso e la sua applicazione richiede
l'attenta valutazione sia del cibo, sia del vino. Cerchiamo di comprendere
questo principio con un semplice esempio. Si supponga di spremere un limone e
di mescolare il suo succo in un bicchiere d'acqua. L'assaggio della soluzione
rivela un sapore piuttosto acido. Se
si aggiunge alla soluzione dello zucchero,
l'acidità non si abbassa, tuttavia la dolcezza la rende più tollerabile e
gradevole. In altre parole, lo zucchero si è contrapposto all'acido del limone.
La stessa considerazione si può fare anche nei cibi acidi o tendenzialmente
acidi, un vino che abbia una certa dolcezza o una certa morbidezza, tenderà a
contrastare la sensazione di acidità. Lo stesso principio si applica anche
quando si ha un vino fortemente acido; un cibo tendenzialmente dolce sarà
probabilmente il suo migliore compagno. Le stesse considerazioni si applicano
per i cibi salati, com'è noto il sale neutralizza l'acido, pertanto un cibo
salato può essere felicemente abbinato ad un vino acido. Il sale nei cibi, come
nel caso di formaggi stagionati, rivela o complementa la dolcezza dei vini, una
buona ragione per abbinare vini dolci con i formaggi salati e saporiti, come
per esempio il gorgonzola o il roquefort.
Un
altro esempio in cui la contrapposizione risulta utile è offerta dai tannini
dei vini rossi. Dal punto di vista chimico, i tannini si legano alle proteine,
un fenomeno che
può essere sempre osservato nella propria bocca quando si beve
un sorso di vino molto tannico e subito si nota una decisa secchezza e
astringenza nella cavità orale, la lingua non scorre più con la consueta
facilità: i tannini si sono legati alla mucina, una proteina presente nella
saliva. Se si abbina un vino tannico con un cibo ricco di proteine, come la
carne o il formaggio, il tannino si legherà alle proteine del cibo diminuendo
di conseguenza la sensazione di secchezza e di astringenza dovuto dal legame
della mucina della saliva con i tannini del vino. Questa proprietà del tannino
risulterà inoltre utile per quei cibi che producono una consistente
salivazione, dando origine alla cosiddetta “succulenza”, come nel caso di carne
poco cotta, le proprietà astringenti dei tannini arresteranno la salivazione e
l'equilibrio in bocca sarà quindi ristabilito.
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