All’uomo di Shanghai il
vino da 330mila euro
Il
misterioso imprenditore cinese si aggiudica due bottiglie all’asta
mondiale. Il bianco battuto dall’isola in diretta streaming davanti a 604
appassionati.
ISOLA DEL GIGLIO. Nasce tra i vigneti a strapiombo sul
mare del Giglio il vino più
costoso al mondo: per 330. 000 euro è stata appena
battuta ad un’asta una coppia – indivisibile – di bottiglie che contengono il
nettare. Si chiama Perseo & Medusa. È un bianco. Ed è il primo vino del
globo che entrerà in un fondo di investimento targato Jp Morgan o Morgan
Stanley. Top sommelier e grandi estimatori, non temete: può essere anche bevuto
il frutto delle uve della zona di Capel Rosso che, sarà perché c’è il faro, è
uno dei luoghi più evocativi dell’isola. Un vino così, del resto, non poteva
servire solo a inseguire profitti: sarebbe stato quasi blasfemo. «Un vino deve
dare soprattutto emozioni», dice Pier Paolo Giglioni,
l’imprenditore-inventore di Perseo & Medusa. Senese, ma con il cuore
sull’isola di fronte all’Argentario, 41 anni, Giglioni – che di
mestiere vende
casali agli stranieri in Val d’Orcia – ha appena tolto il velo dalla prima
annata di produzione, presentata alcune settimane orsono al Giglio.PERSEO & MEDUSA
Ansonica in purezza, il vino è il risultato della vendemmia 2014, tant’è che è stato affinato 24 mesi. Seicento bottiglie, confezionate a coppia in una valigetta. Quindi, 300 lussuosi cadeaux: non di più, né il prossimo anno né in futuro perché questa, e in generale quella del Giglio, è una viticoltura in cui si possono imbattere solo viticoltori “eroici”. I pendii scoscesi, a picco sul mare, fanno sì che «non si possa raggiungere i vigneti con mezzi meccanici – spiega Giglioni – Infatti la raccolta dell’uva è fatta a mano. Si tratta di una produzione non incrementabile, il cui valore è destinato a salire».
LA BATTUTA
L’asta – a numero chiuso – si è svolta al Giglio nella hall sul mare dell’hotel Arenella. In palio solo la coppia di bottiglie numero 3: la prima è andata omaggio al sindaco Sergio Ortelli; la seconda a un anonimo. La selezione dei partecipanti alla vendita è frutto di quattro anni di lavoro, spiega Giglioni, al cui progetto hanno collaborato due produttori locali, Giovanni e Simone Rossi dell’azienda vinicola gigliese La Fontuccia. In sala, un centinaio di ospiti tra professionisti italiani ed europei, immobiliaristi, collezionisti e appassionati mondiali di beni di lusso; collegati in diretta streaming da ogni parte del mondo, altri 604 grandi investitori pronti a fare un’offerta. Battitore d’eccezione, l’americano Beau Toskich, direttore di Iveco Usa, guru mondiale della comunicazione competitiva, e con cachet «da mille euro al minuto», scherza, non si sa quanto, Giglioni. Le proposte arrivano dagli ospiti che siedono nella hall, ma anche da Hong Kong, New Delhi, Honolulu, Miami, Dubai. Con un’offerta da 300.000 euro, sembra ad un passo da aggiudicarsi il round Luis Lopez, principe del foro di Madrid, in sala con la moglie. E invece l’affare gli sfuma perché la mitica n. 3 va a un investitore di Shanghai, il cui nome è top secret.
FINANZA ED EMOZIONI
Il 50% della produzione entrerà in un fondo di investimento che sarà “composto” da azioni, obbligazioni, metalli preziosi e... vino eroico dell’isola. Giglioni avrebbe potuto destinare lì il 100% del suo vino: non l’ha fatto. «Oggi – dice – è più probabile che aumenti di valore un vino prodotto eroicamente, che conserva caratteristiche qualitative invariate dai tempi della Roma Imperiale, che un prodotto finanziario». Quindi l’altro 50% si può “possedere”. Si acquista in valigette di lusso da 2 bottiglie del valore di circa 10mila euro: una, impreziosita da un bracciale che si stacca e si indossa, è da stappare; l’altra è da collezionare, con lo spirito con cui si custodisce un quadro d’autore o un gioiello con diamante.
L’IDEA
Giglioni racconta com’è nata questa avventura. È l’alba di una mattina del 2013. Cammina lungo un sentiero che da Giglio Castello porta a Capel Rosso: «Mi affacciai da una scogliera – dice – pensando di vedere il mare sotto di me. E invece vidi un vigneto a strapiombo e un vecchio alto e magro, con il viso solcato da rughe, che cercava di tagliare un rogo con una falce arrugginita. Pensai che la macchia mediterranea non avrebbe mai smesso di provare a riconquistarsi quel vigneto. Pensai che quell’uomo anziano fosse un eroe come Perseo che combatte contro Medusa». Quell’uomo era “Diego” – così lo chiamano sull’isola – e alla
serata-evento non mancava. È uno dei viticoltori
eroici gigliesi. Sono rimasti in una
quindicina. Giglioni investirà il dieci per
cento dei proventi di Perseo & Medusa in questa tradizione: «Affinché
un’eccellenza millenaria non si perda con questa generazione».
Nessun commento:
Posta un commento