Il Barbaresco
è uno dei vini rossi più pregiati del Piemonte, e le sue caratteristiche gli
valgono la meritata Denominazione di Origine Controllata e Garantita. Di grande
consistenza ed ottenuto da uve di varietà Nebbiolo, questo vino è largamente
apprezzato sia in Italia che
all’estero. Scopriamo in questa guida le lontane origini del Barbaresco DOCG,
le sue caratteristiche peculiari, come viene prodotto e alcuni suggerimenti per
gustarlo al meglio.
Comune di Barbaresco |
Origini e storia del
Barbaresco DOCG
Il Barbaresco
è un vino piemontese di origini
antiche, la cui storia inizia in epoca imperiale. Nella zona del cuneese i Romani
infatti iniziarono la coltivazione di viti liberando ampie aree del territorio
dai boschi che le ricoprivano da tempo immemore.Ancora non è chiaro quali
vitigni venissero coltivati qui quasi duemila anni fa, ma si ritiene che
fossero antichi progenitori dell’odierno Nebbiolo.
In documenti risalenti al 1200 il vitigno tipico del territorio viene definito Nebiùl, e all’epoca si trattava del
più diffuso in tutto il Piemonte.Altri celebri vitigni come ad esempio il Barbera e il Moscato, veri e propri simboli dell’attuale enologia piemontese,
vennero infatti introdotti solo alcuni secoli più tardi, intorno al 1600-1700. I
riferimenti scritti relativi al Barbaresco si moltiplicano nei secoli
successivi, ed in particolare a partire dal 1800. Il primo, vero riferimento a
questo vino porta la data del 1799 ed è riportato su un documento dell’archivio
parrocchiale locale. Il comandante in
capo dell’esercito austriaco, recentemente
vittorioso su quello francese, ordinò al comune di Barbaresco di “…far condurre al campo di Bra una carrà di eccellente Nebbiolo” (la “carrà” era una particolare botte, di
forma ovale, che veniva montata su un carretto a traino animale). Il 1966 fu un
anno importante per il Barbaresco, che con il Decreto Presidenziale del 23
aprile venne dichiarato DOC (Denominazione
di Origine Controllata) insieme a Barolo, Chianti e Brunello di
Montalcino che furono i primi vini in assoluto in Italia a ricevere questa
attestazione. Nel 1980 al Barbaresco venne assegnata inoltre l’ambita DOCG .Attualmente
questo vino viene prodotto nelle due tipologie “Barbaresco” e “Barbaresco
Riserva”. In etichetta si
possono inoltre trovare menzioni geografiche aggiuntive relative alla zona e in
alcuni casi anche alla vigna di provenienza. Complessivamente nella zona di
origine sono circa 500 gli ettari coltivati a Nebbiolo, per una produzione
annua di circa 2.5 milioni di bottiglie.
Comune di Barbaresco |
Produzione del
Barbaresco DOCG
Secondo il Disciplinare di Produzione (vedi link in
fondo alla pagina) il Barbaresco DOCG viene prodotto esclusivamente con uve
provenienti dal vitigno Nebbiolo.
La produzione è limitata esclusivamente al territorio di quattro comuni del
Cuneese:
Vigne innevate a Barbaresco |
- Barbaresco
- Neive
- Treiso
- e parte della frazione di San Rocco (Senodelvio) che un tempo faceva parte del comune di Barbaresco ed è attualmente aggregata al comune di Alba.
Anche le successive operazioni di vinificazione e di invecchiamento
devono essere obbligatoriamente effettuate all’interno del territorio di
produzione.
I vigneti devono essere situati in aree collinari, ad altitudine non superiore ai 550 metri s.l.m. e con esclusione dei versanti esposti a nord; in queste zone il terreno è prevalentemente calcareo. Il Nebbiolo è un vitigno a maturazione tardiva in grado di dare vini di grande complessità, e fortemente influenzato dalle caratteristiche del terreno e del clima locali.
A dimostrazione di ciò, basta ricordare che sia il Barbaresco che il Barolo sono ottenuti a partire dalle medesime uve coltivate in territori non lontani l’uno dall’altro, ma
generano due vini nettamente distinti.
La vendemmia del Barbaresco viene condotta solitamente nelle prime tre settimane del mese di ottobre, ed è sempre anticipata di qualche giorno rispetto a quella del “cugino” Barolo. Dopo la pigiatura il mosto viene fatto fermentare in grandi contenitori di acciaio alla temperatura di circa 28-30°C, per un periodo di tempo che a seconda dell’annata è compreso fra 15 e 24 giorni.
Durante questa fermentazione sono frequenti i rimontaggi, ovvero una sorta di rimescolamento che consiste nel prelevare dal fondo del contenitore del liquido che viene poi pompato sulla sommità. Bagnando le vinacce che si concentrano a galla è possibile estrarre in modo ottimale il colore, gli aromi ed i tannini delle uve migliorando così le caratteristiche organolettiche del vino.
Quando termina la fase più intensa e turbolenta della fermentazione giunge il momento della svinatura, un’operazione che consiste nel travaso del vino all’interno di contenitori diversi. Grazie alla svinatura il liquido viene separato dalle fecce (i depositi di fermentazione) e dalle vinacce.
A questo punto il vino viene lasciato riposare sino al successivo settembre quando inizierà la fase di invecchiamento in contenitori di legno di castagno o di rovere, che dura per almeno 1-2 anni. Successivamente il vino dovrà riposare in bottiglia per altri sei mesi prima di poter essere messo in commercio. Per il “Barbaresco” il periodo di affinamento obbligatorio è di due anni, mentre nel “Barbaresco Riserva” è di ben quattro anni.
I vigneti devono essere situati in aree collinari, ad altitudine non superiore ai 550 metri s.l.m. e con esclusione dei versanti esposti a nord; in queste zone il terreno è prevalentemente calcareo. Il Nebbiolo è un vitigno a maturazione tardiva in grado di dare vini di grande complessità, e fortemente influenzato dalle caratteristiche del terreno e del clima locali.
A dimostrazione di ciò, basta ricordare che sia il Barbaresco che il Barolo sono ottenuti a partire dalle medesime uve coltivate in territori non lontani l’uno dall’altro, ma
generano due vini nettamente distinti.
La vendemmia del Barbaresco viene condotta solitamente nelle prime tre settimane del mese di ottobre, ed è sempre anticipata di qualche giorno rispetto a quella del “cugino” Barolo. Dopo la pigiatura il mosto viene fatto fermentare in grandi contenitori di acciaio alla temperatura di circa 28-30°C, per un periodo di tempo che a seconda dell’annata è compreso fra 15 e 24 giorni.
Durante questa fermentazione sono frequenti i rimontaggi, ovvero una sorta di rimescolamento che consiste nel prelevare dal fondo del contenitore del liquido che viene poi pompato sulla sommità. Bagnando le vinacce che si concentrano a galla è possibile estrarre in modo ottimale il colore, gli aromi ed i tannini delle uve migliorando così le caratteristiche organolettiche del vino.
Quando termina la fase più intensa e turbolenta della fermentazione giunge il momento della svinatura, un’operazione che consiste nel travaso del vino all’interno di contenitori diversi. Grazie alla svinatura il liquido viene separato dalle fecce (i depositi di fermentazione) e dalle vinacce.
A questo punto il vino viene lasciato riposare sino al successivo settembre quando inizierà la fase di invecchiamento in contenitori di legno di castagno o di rovere, che dura per almeno 1-2 anni. Successivamente il vino dovrà riposare in bottiglia per altri sei mesi prima di poter essere messo in commercio. Per il “Barbaresco” il periodo di affinamento obbligatorio è di due anni, mentre nel “Barbaresco Riserva” è di ben quattro anni.
Le caratteristiche
del Barbaresco DOCG
Il Barbaresco DOCG è un vino elegante, di notevole
consistenza e dal gusto evoluto. Si potrebbe dire quasi balsamico, per via del lungo
invecchiamento che ne precede la commercializzazione. Il vino viene considerato
“pronto” per essere bevuto dopo almeno 4-8 anni dalla vendemmia, ma nulla vieta
di lasciarlo maturare ancor più a lungo. Alcuni Barbareschi vengono lasciati
invecchiare anche sino a 30 anni, con risultati eccellenti.
All’atto dell’immissione al consumo il Barbaresco DOCG
presenta un colore rosso granato; con il procedere dell’invecchiamento è
possibile osservare la comparsa di
caratteristici riflessi aranciati. Il profumo etereo, intenso e caratteristico richiama ai sentori di frutta e spezie.
Il sapore è morbido, asciutto, ricco di tannino, armonico e pieno. Da giovane questo vino mostra ancora un lato leggermente fruttato, che scompare con il procedere dell’invecchiamento; il finale è tannico. Un Barbaresco maturo è invece caratterizzato da un bouquet molto ricco, con un aroma di fiori secchi, viola, tartufo, liquirizia e spezie; il finale è particolarmente lungo.
Il titolo alcolometrico volumico totale minimo è pari a 12.5°, con un’acidità totale minima di 4.5 grammi per litro.
caratteristici riflessi aranciati. Il profumo etereo, intenso e caratteristico richiama ai sentori di frutta e spezie.
Il sapore è morbido, asciutto, ricco di tannino, armonico e pieno. Da giovane questo vino mostra ancora un lato leggermente fruttato, che scompare con il procedere dell’invecchiamento; il finale è tannico. Un Barbaresco maturo è invece caratterizzato da un bouquet molto ricco, con un aroma di fiori secchi, viola, tartufo, liquirizia e spezie; il finale è particolarmente lungo.
Il titolo alcolometrico volumico totale minimo è pari a 12.5°, con un’acidità totale minima di 4.5 grammi per litro.
Consigli per gustare
il Barbaresco
Le caratteristiche del Barbaresco DOCG lo rendono particolarmente adatto ad essere
abbinato con i piatti tipici della saporita cucina piemontese. Inoltre il vino
è ideale con le pietanze a base di carne rossa e la selvaggina, le ricette
saporite (arrosti, grigliate, stracotti…) e i formaggi a pasta dura (Grana
Padano, Parmigiano Reggiano, Montasio e
i formaggi piccanti e stagionati in genere).
Un altro abbinamento consigliato è con piatti a base di Tartufo Bianco d’Alba, che con il suo sapore intenso rappresenta un contraltare ideale per il Barbaresco; particolarmente indicati sono ad esempio risotti, tajarin (una pasta all’uovo fresca, lunga) e ravioli al tartufo.
Il Barbaresco DOCG viene utilizzato con successo anche per la preparazione di saporite ricette come ad esempio il “classico” brasato al Barbaresco oppure la lepre in salmì.
i formaggi piccanti e stagionati in genere).
Un altro abbinamento consigliato è con piatti a base di Tartufo Bianco d’Alba, che con il suo sapore intenso rappresenta un contraltare ideale per il Barbaresco; particolarmente indicati sono ad esempio risotti, tajarin (una pasta all’uovo fresca, lunga) e ravioli al tartufo.
Il Barbaresco DOCG viene utilizzato con successo anche per la preparazione di saporite ricette come ad esempio il “classico” brasato al Barbaresco oppure la lepre in salmì.
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