giovedì 11 maggio 2017

Barbaresco Docg - I grandi vini italiani



Il Barbaresco è uno dei vini rossi più pregiati del Piemonte, e le sue caratteristiche gli valgono la meritata Denominazione di Origine Controllata e Garantita. Di grande consistenza ed ottenuto da uve di varietà Nebbiolo, questo vino è largamente
Comune di Barbaresco
apprezzato sia in Italia che all’estero. Scopriamo in questa guida le lontane origini del Barbaresco DOCG, le sue caratteristiche peculiari, come viene prodotto e alcuni suggerimenti per gustarlo al meglio.
Origini e storia del Barbaresco DOCG
Il Barbaresco è un vino piemontese di origini antiche, la cui storia inizia in epoca imperiale. Nella zona del cuneese i Romani infatti iniziarono la coltivazione di viti liberando ampie aree del territorio dai boschi che le ricoprivano da tempo immemore.Ancora non è chiaro quali vitigni venissero coltivati qui quasi duemila anni fa, ma si ritiene che fossero antichi progenitori dell’odierno Nebbiolo. In documenti risalenti al 1200 il vitigno tipico del territorio viene definito Nebiùl, e all’epoca si trattava del più diffuso in tutto il Piemonte.Altri celebri vitigni come ad esempio il Barbera e il Moscato, veri e propri simboli dell’attuale enologia piemontese, vennero infatti introdotti solo alcuni secoli più tardi, intorno al 1600-1700. I riferimenti scritti relativi al Barbaresco si moltiplicano nei secoli successivi, ed in particolare a partire dal 1800. Il primo, vero riferimento a questo vino porta la data del 1799 ed è riportato su un documento dell’archivio parrocchiale locale. Il comandante in
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capo dell’esercito austriaco, recentemente vittorioso su quello francese, ordinò al comune di Barbaresco di “…far condurre al campo di Bra una carrà di eccellente Nebbiolo” (la “carrà” era una particolare botte, di forma ovale, che veniva montata su un carretto a traino animale). Il 1966 fu un anno importante per il Barbaresco, che con il Decreto Presidenziale del 23 aprile venne dichiarato DOC (Denominazione di Origine Controllata) insieme a Barolo, Chianti e Brunello di Montalcino che furono i primi vini in assoluto in Italia a ricevere questa attestazione. Nel 1980 al Barbaresco venne assegnata inoltre l’ambita DOCG .Attualmente questo vino viene prodotto nelle due tipologie “Barbaresco” e “Barbaresco Riserva”. In etichetta si possono inoltre trovare menzioni geografiche aggiuntive relative alla zona e in alcuni casi anche alla vigna di provenienza. Complessivamente nella zona di origine sono circa 500 gli ettari coltivati a Nebbiolo, per una produzione annua di circa 2.5 milioni di bottiglie.
Produzione del Barbaresco DOCG
Secondo il Disciplinare di Produzione (vedi link in fondo alla pagina) il Barbaresco DOCG viene prodotto esclusivamente con uve provenienti dal vitigno Nebbiolo. La produzione è limitata esclusivamente al territorio di quattro comuni del Cuneese:
Vigne innevate a Barbaresco
  • Barbaresco
  • Neive
  • Treiso
  • e parte della frazione di San Rocco (Senodelvio) che un tempo faceva parte del comune di Barbaresco ed è attualmente aggregata al comune di Alba.
Anche le successive operazioni di vinificazione e di invecchiamento devono essere obbligatoriamente effettuate all’interno del territorio di produzione.
I vigneti devono essere situati in aree collinari, ad altitudine non superiore ai 550 metri s.l.m. e con esclusione dei versanti esposti a nord; in queste zone il terreno è prevalentemente calcareo. Il Nebbiolo è un vitigno a maturazione tardiva in grado di dare vini di grande complessità, e fortemente influenzato dalle caratteristiche del terreno e del clima locali.
A dimostrazione di ciò, basta ricordare che sia il Barbaresco che il Barolo sono ottenuti a partire dalle medesime uve coltivate in territori non lontani l’uno dall’altro, ma

generano due vini nettamente distinti.
La vendemmia del Barbaresco viene condotta solitamente nelle prime tre settimane del mese di ottobre, ed è sempre anticipata di qualche giorno rispetto a quella del “cugino” Barolo. Dopo la pigiatura il mosto viene fatto fermentare in grandi contenitori di acciaio alla temperatura di circa 28-30°C, per un periodo di tempo che a seconda dell’annata è compreso fra 15 e 24 giorni.
Durante questa fermentazione sono frequenti i rimontaggi, ovvero una sorta di rimescolamento che consiste nel prelevare dal fondo del contenitore del liquido che viene poi pompato sulla sommità. Bagnando le vinacce che si concentrano a galla è possibile estrarre in modo ottimale il colore, gli aromi ed i tannini delle uve migliorando così le caratteristiche organolettiche del vino.
Quando termina la fase più intensa e turbolenta della fermentazione giunge il momento della svinatura, un’operazione che consiste nel travaso del vino all’interno di contenitori diversi. Grazie alla svinatura il liquido viene separato dalle fecce (i depositi di fermentazione) e dalle vinacce.
A questo punto il vino viene lasciato riposare sino al successivo settembre quando inizierà la fase di invecchiamento in contenitori di legno di castagno o di rovere, che dura per almeno 1-2 anni. Successivamente il vino dovrà riposare in bottiglia per altri sei mesi prima di poter essere messo in commercio. Per il “Barbaresco” il periodo di affinamento obbligatorio è di due anni, mentre nel “Barbaresco Riserva” è di ben quattro anni.
Le caratteristiche del Barbaresco DOCG
Il Barbaresco DOCG è un vino elegante, di notevole consistenza e dal gusto evoluto. Si potrebbe dire quasi balsamico, per via del lungo invecchiamento che ne precede la commercializzazione. Il vino viene considerato “pronto” per essere bevuto dopo almeno 4-8 anni dalla vendemmia, ma nulla vieta di lasciarlo maturare ancor più a lungo. Alcuni Barbareschi vengono lasciati invecchiare anche sino a 30 anni, con risultati eccellenti.
All’atto dell’immissione al consumo il Barbaresco DOCG presenta un colore rosso granato; con il procedere dell’invecchiamento è possibile osservare la comparsa di
caratteristici riflessi aranciati. Il profumo etereo, intenso e caratteristico richiama ai sentori di frutta e spezie.
Il sapore è morbido, asciutto, ricco di tannino, armonico e pieno. Da giovane questo vino mostra ancora un lato leggermente fruttato, che scompare con il procedere dell’invecchiamento; il finale è tannico. Un Barbaresco maturo è invece caratterizzato da un bouquet molto ricco, con un aroma di fiori secchi, viola, tartufo, liquirizia e spezie; il finale è particolarmente lungo.
Il titolo alcolometrico volumico totale minimo è pari a 12.5°, con un’acidità totale minima di 4.5 grammi per litro.
Consigli per gustare il Barbaresco
Le caratteristiche del Barbaresco DOCG lo rendono particolarmente adatto ad essere abbinato con i piatti tipici della saporita cucina piemontese. Inoltre il vino è ideale con le pietanze a base di carne rossa e la selvaggina, le ricette saporite (arrosti, grigliate, stracotti…) e i formaggi a pasta dura (Grana Padano, Parmigiano Reggiano, Montasio e
i formaggi piccanti e stagionati in genere).
Un altro abbinamento consigliato è con piatti a base di Tartufo Bianco d’Alba, che con il suo sapore intenso rappresenta un contraltare ideale per il Barbaresco; particolarmente indicati sono ad esempio risotti, tajarin (una pasta all’uovo fresca, lunga) e ravioli al tartufo.
Il Barbaresco DOCG viene utilizzato con successo anche per la preparazione di saporite ricette come ad esempio il “classico” brasato al Barbaresco oppure la lepre in salmì.
La temperatura ideale di servizio del Barbaresco DOCG è intorno ai 18-20°C; il bicchiere adatto ha una forma panciuta ed ampia. È consigliabile lasciare il vino a
decantare in bottiglia per almeno due ore prima di servirlo.

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