Nome:
La Grande Dame
Cognome:
Veuve Clicquot Ponsardin
Residenza: Reims, Francia
Lanciata nel 1972, in occasione del bicentenario
della fondazione, la Cuvée de Prestige La Grande Dame è stato il primo millesimato
degli Champagne Veuve Clicquot Ponsardin e ne incarna alla perfezione tutta la
raffinatezza e l’eleganza. Viene creata assemblando uve dai soli vigneti Grand
Cru, acquistati dalla stessa Barbe-Nicole Clicquot Ponsardin, sempre con
maggioranza di Pinot Nero, così come richiede lo stile della Maison e con
percentuali minori di Chardonnay e Pinot Meunier.
Età:
affina almeno per 10 anni sui lieviti.
Segni
particolari: la Grande Dame viene elaborata solo
nelle annate eccezionali, come eccezionale è stata la donna a cui è dedicata,
Barbe-Nicole. Prima delle due figlie di
Nicolas Ponsardin, il più ricco commerciante di Reims fatto barone da Napoleone nel 1813, Barbe-Nicole ne eredita le fattezze e il senso degli affari. A 22 anni sposa François Clicquot e nel 1799 nasce Clémentine. Il marito è quasi sempre assente, segue gli eserciti di Napoleone con carri di vino spumante, torbido e più dolce dello champagne attuale, per farlo conoscere nelle corti europee. Nel 1805 muore di febbre maligna, lasciando alla moglie l’azienda vinicola che all’epoca produce circa 100.000 bottiglie all’anno. La giovane veste a lutto, per sempre, e decide di dirigerla da sola contro ogni tradizione, assistita dal suocero e dall’amica Louise Bohne. Cambia il nome in Veuve Clicquot Ponsardin nel 1810, quando è pronto il primo millésime ottenuto sotto la sua gestione. Nel 1811, in occasione del passaggio della cometa, produce “Le Vin de la Comète” che tre anni dopo le serve a lanciare il proprio marchio in Russia, cosa che al marito non era riuscita. Nel 1814, prima ancora dell’abdicazione di Napoleone, noleggia una nave, aggira l’embargo decretato dalle potenze coalizzate, e rifornisce con diecimila bottiglie la corte di San Pietroburgo. In mezzo ai cambiamenti di regime e alla crisi economica dovuta alle sanzioni imposte alla Francia con il secondo trattato di Parigi recluta personalmente rappresentanti nelle capitali europee, sorveglia i trasporti fino ai porti d’imbarco per trattare con le truppe d’occupazione, fa alcuni miglioramenti diventa quella che oggi tutti conosciamo come pupitre , elemento chiave per avere uno champagne chiaro, non torbido. Tornata la monarchia, Barbe-Nicole comincia ad acquistare i migliori vigneti della regione per soddisfare la domanda crescente. Nel 1821
prende in stage il giovane Edouard Werlé, al quale nel 1841 lascia la direzione dell’azienda che ormai vende mezzo milione di bottiglie all’anno (alla morte di lei saranno 760.000). Ma non solo, è lei che incita le vedove Pommery e Perrier a gestire anch’esse le imprese ereditate dai rispettivi mariti.
Nicolas Ponsardin, il più ricco commerciante di Reims fatto barone da Napoleone nel 1813, Barbe-Nicole ne eredita le fattezze e il senso degli affari. A 22 anni sposa François Clicquot e nel 1799 nasce Clémentine. Il marito è quasi sempre assente, segue gli eserciti di Napoleone con carri di vino spumante, torbido e più dolce dello champagne attuale, per farlo conoscere nelle corti europee. Nel 1805 muore di febbre maligna, lasciando alla moglie l’azienda vinicola che all’epoca produce circa 100.000 bottiglie all’anno. La giovane veste a lutto, per sempre, e decide di dirigerla da sola contro ogni tradizione, assistita dal suocero e dall’amica Louise Bohne. Cambia il nome in Veuve Clicquot Ponsardin nel 1810, quando è pronto il primo millésime ottenuto sotto la sua gestione. Nel 1811, in occasione del passaggio della cometa, produce “Le Vin de la Comète” che tre anni dopo le serve a lanciare il proprio marchio in Russia, cosa che al marito non era riuscita. Nel 1814, prima ancora dell’abdicazione di Napoleone, noleggia una nave, aggira l’embargo decretato dalle potenze coalizzate, e rifornisce con diecimila bottiglie la corte di San Pietroburgo. In mezzo ai cambiamenti di regime e alla crisi economica dovuta alle sanzioni imposte alla Francia con il secondo trattato di Parigi recluta personalmente rappresentanti nelle capitali europee, sorveglia i trasporti fino ai porti d’imbarco per trattare con le truppe d’occupazione, fa alcuni miglioramenti diventa quella che oggi tutti conosciamo come pupitre , elemento chiave per avere uno champagne chiaro, non torbido. Tornata la monarchia, Barbe-Nicole comincia ad acquistare i migliori vigneti della regione per soddisfare la domanda crescente. Nel 1821
prende in stage il giovane Edouard Werlé, al quale nel 1841 lascia la direzione dell’azienda che ormai vende mezzo milione di bottiglie all’anno (alla morte di lei saranno 760.000). Ma non solo, è lei che incita le vedove Pommery e Perrier a gestire anch’esse le imprese ereditate dai rispettivi mariti.
Note
de gustative: blend di Chardonnay e Pinot Nero, di
color oro, all’olfatto si apre su nette sensazioni minerali e di agrumi seguite
da note di pan brioche e vaniglia, burro, miele e frutta secca, spezie ed erbe
aromatiche. Al palato è quasi cremoso, pieno e secco, per esaltare sfumature
agrumate e toni fumé.
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