giovedì 6 aprile 2017

I vini italiani - il sassicaia di sardegna - il Turriga



Il Turriga IGT Isola dei Nuraghi Rosso della cantina Argiolas, nella storia dell’enologia sarda, segna un momento di rottura, imponendosi come prodotto di punta e come modello per gli altri vini sardi. Creato nel 1988 dal celebre Giacomo Tachis – tra i protagonisti della rinascita enologica italiana negli anni Sessanta, che pochi anni prima era stato invitato dalla Cantina Sociale di Santadi a realizzare il Terre Brune e che all’inizio del nuovo millennio regalò un’altra perla a questa terra, il Barrua – è un sapiente blend di alcuni tra i principali vitigni a bacca rossa sardi, variabile nelle percentuali a seconda delle annate, e una piccola
aggiunta di malvasia nera.
sa tanca salegas - vigne Argiolas
Le uve (Cannonau, Carignano, Bovale Sardo e Malvasia Nera) provengono dai vigneti delle Tenute Turriga, nelle campagne di S’Elegas, e di Piscina Trigus, su colline a 230 metri sul livello del mare, caratterizzate da un suolo calcareo ricco di sassi e di ciottoli e da strati rocciosi disgregati. A seconda della cultivar di provenienza, sono “brucate” a mano tra Ottobre e Novembre e selezionate attentamente, ed avviate a vinificazione separata, con macerazione delle vinacce nel mosto per sedici-diciotto giorni e fermentazione alcolica a temperatura controllata di circa 30°. Dalla svinatura delle sue vinacce nasce un’eccellente distillato, la Grappa di Turriga. Segue la maturazione del vino, che avviene in parte in pregiate barrique di rovere francese, per circa due anni, e un lungo affinamento stabilizzatore in bottiglia.
Turriga si presenta nel calice di un bel rosso rubino, dovuto alla
Cantina Argiolas
natura di alcuni dei vitigni usati, ricchi in antociani, ma allo stesso tempo caratterizzato da un’unghia granata sul bordo, e lacrime che scendono lente e fitte sulle pareti; il ritratto di un vino di grande consistenza.

Al naso regala un bouquet complesso e fine, fruttato di prugne, ribes nero e marasche sciroppate, speziato di cannella e vaniglia, e ancora note tostate, di cuoio e tabacco da pipa, di cacao e balsamiche di mentuccia.
Turriga all’assaggio si rivela da subito un vino di grandissima finezza, nobile negli aromi: il corpo è agile, strutturato ma senza eccessi e quindi non pesante, paragonabile al fisico di quei ballerini di danza classica, snelli ma ben torniti nella muscolatura. Turriga è
un vino dove la morbidezza conferita dall’alcool e dai polialcoli ben
si riequilibra con le durezze della freschezza e della sapidità, capaci di garantirgli una lunga vita se ben conservato in cantina, e dei tannini, presenti ma di grande piacevolezza, in buona parte di natura ellagica.

Turriga è il classico rosso delle grandi occasioni, il classico vino secco da meditazione, che a tavola farà bella figura di sé abbinato ai grandi piatti della tradizione italiana e francese, come il fagiano al tartufo, o con la lepre in salmì. Ma anche con i grandi formaggi stagionati saprà regalare grandi emozioni: oltre a quelli della sardegna quale pecorino, come non pensare, ad esempio, ad un Bitto Dop d’alpeggio orobico, con qualche anno di stagionatura sulle spalle.

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