sabato 13 gennaio 2018

i grandi vini italiani - il Barolo il re dei vini o vino da re


Il Barolo è stato più volte definito il re dei vini: nobile e generoso, è
conosciuto in Italia e all'estero per la sua austerità, la ricchezza di sapori e di aromi. Prodotto a sud-ovest di Alba – nella cosiddetta Langa del Barolo – è un vino dalle caratteristiche uniche determinate dal
complesso profilo geologico della zona. Oggi quella del Barolo è la denominazione italiana di maggior pregio e i due castelli che hanno visto la sua nascita, quello dei Marchesi di Barolo e quello del Conte di Cavour, sono sedi di importanti enoteche. Il Barolo è un vino dalla storia

importante. Già nel Settecento aveva estimatori in tutta Europa e agli inizi dell'Ottocento cominciò a essere prodotto con le caratteristiche attuali. Fu Giulia Colbert Falletti, marchesa di Barolo, a dare un contributo
fondamentale alla produzione di Nebbiolo (le uve da cui nasce il Barolo) come vino secco, secondo le indicazioni del Conte Oudart. Spetta invece a Camillo Benso Conte di Cavour il merito di

aver fatto arrivare in zona il famoso enologo francese per "costruire" un vino secco, importante, "alla moda di Bordeaux". Il risultato trovò un immediato riscontro presso Casa Savoia e presso le corti di tutta Europa. Grazie alle caratteristiche organolettiche e alla sua grande
struttura, il Barolo si dimostrò subito vino adeguato all'invecchiamento e all'esportazione. Il suo successo europeo portò nel 1908 alla delimitazione della zona d'origine e, nel 1934, alla fondazione del “Consorzio di Tutela” insieme al Barbaresco. Risale poi al 1966 il riconoscimento della DOC e al 1980 quello della DOCG. Lo scrittore

Cesare Pavesene diceva: "Tre nasi sono quel che ci vuole per il Barolo".

L'area del Barolo–che comprende in tutto o in parte i territori di Barolo,

Castiglione Falletto, Serralunga d'Alba, Monforte d'Alba, Novello, La Morra, Verduno, Grinzane Cavour, Diano d'Alba, Cherasco e Roddi–
vigneti sulle colline di Barolo

è caratterizzata da formazioni geologiche costituite da sedimenti marini depositatisi durante il Miocene (8-12 milioni di anni fa).A garanzia di qualità, la produzione di uva non deve superare gli 80 quintali per ettaro. Nel 2000 sono risultate impegnate nella produzione 720 aziende, per un totale di 1.300 ettari vitati. L'uva è quella prodotta dal vitigno Nebbiolo-

di cui sono autorizzate le sottovarietà Lampia, Michet e Rosè-e matura tardivamente verso la fine di ottobre. I grappoli sono di colore blu intenso e tendono al grigio per l'abbondante cera che riveste gli acini, la loro forma è allungata, piramidale, con acini piccoli, sferici e dalla buccia consistente. Il vitigno, vigoroso, ha la caratteristica di crescere rapidamente e necessita per questo di criteri particolari di potatura. Le foglie sono di media grandezza, tri-lobate o anche penta-lobate. La produzione è buona, anche se talvolta incostante in relazione alle annate e alle sottovarietà. La vinificazione avviene con una adeguata macerazione e – ultimato il processo di trasformazione – il vino necessita per legge di almeno tre anni di invecchiamento di cui due in botti di rovere o di castagno Piemonte. Il Barolo trova il giusto abbinamento con piatti come arrosti di carne rossa, brasati,cacciagione, selvaggina, cibi tartufati, formaggi a pasta dura e formaggi stagionati. Le ricette più note e tradizionali sono il “Brasato al Barolo”, il “Risotto al Barolo”, il “Manzo al Barolo”, l’”Anguilla Piemontese al Barolo” e lo “Stracotto al Barolo”.

Per gustarle – oltre alle numerosissime tavole piemontesi – la regione offre feste, manifestazioni, aste e sagre dedicate al nettare. Tra le tante valga come esempio la "Festa del Barolo" che proprio nel comune di Barolo ha luogo nel mese di settembre.




Le caratteristiche del Barolo:
Colore: rosso granata con riflessi aranciati

Profumo: intenso e complesso, con note evidenti di viola, goudron e vaniglia

Sapore: asciutto, pieno, robusto, austero ma vellutato, armonico persistente di grande stoffa

Gradazione: 13°

Temperatura di servizio: 18-20°
Acidità totale minima: 5 per mille.
Estratto secco netto minimo: gr. 23 litro.
Il vino deve essere sottoposto ad un periodo di invecchiamento di almeno tre anni e conservato per almeno due anni di detto periodo in botti di rovere o di castagno. Il periodo di invecchiamento viene calcolato a decorrere dal 1° gennaio dell'anno successivo alla vendemmia.
Il "Barolo" sottoposto ad un periodo di invecchiamento non inferiore a cinque anni può portare come specificazione aggiuntiva la dizione "riserva".

Nicola Tamburrino 

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