martedì 28 marzo 2017

I grandi vini italiani - Il Brunello di Montalcino


Montalcino
Originario delle colline senesi, il Brunello di Montalcino è senza dubbio fra i vini rossi più conosciuti sia in Italia che nel resto del mondo. Viene prodotto solo nel territorio di Montalcino, perciò la sua produzione limitata fa sì che questo vino sia di eccezionale qualità. Inoltre, più invecchia e migliore diventa: scopriamo dunque come viene prodotto il Brunello di Montalcino e quali sono le sue caratteristiche organolettiche, che l’hanno reso – a ragione – popolarissimo sia fra gli esperti che fra i semplici appassionati di vino.
Zona di produzione e origine
Il Brunello di Montalcino è un vino prodotto in provincia di Siena e
vigneti
precisamente, come si desume dal nome, nel territorio del comune di Montalcino; nel 1960 questo vino venne insignito della DOC (Denominazione di Origine Controllata) mentre, primo in assoluto in Italia, dal 1980 il Brunello di Montalcino si fregia della DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita).
L’origine di questo vino risale alla seconda metà dell’800, quando il montalcinese Ferruccio Santi selezionò ed incominciò a vinificare uve della varietà Sangiovese conosciute, localmente, come
Caparzo
Brunello” a causa del colore scuro degli acini. Il successo non arrivò tuttavia presto, dal momento che prezzo finale del prodotto era particolarmente elevato; questo era dovuto alle grandi e scrupolose cure adottate sia nella gestione dei vigneti che durante le fasi di cantina.
Nel 1930, oltretutto, un insetto parassita della vite (fillossera) decimò le colture montalcinesi, mettendo a rischio non solo la produzione, ma la sopravvivenza della cultivar stessa. La produzione tuttavia ebbe una rapida ripresa e, complice il successo commerciale dovuto al boom economico del dopoguerra, fece impennare la popolarità e la richiesta del Brunello di Montalcino in Italia e nel mondo.

Vitigni utilizzati e invecchiamento
Cantine Banfi
vigneti a montalcino
Il Brunello di Montalcino è prodotto esclusivamente con uve della varietà Sangiovese(nel posto viene chiamato brunello) provenienti dal territorio comunale di Montalcino. Non solo le uve devono provenire da qui, ma in questa ben definita area geografica devono avvenire anche tutte le operazioni di vinificazione, affinamento (sia in legno che in bottiglia), conservazione ed imbottigliamento.
La resa massima dell’uva è di 80 quintali per ettaro mentre, per quanto riguarda la resa in vino, la percentuale stabilita dal disciplinare di produzione è del 68%. È consentito, inoltre, specificare sull’etichetta da quale zona del territorio in particolare (“Vigna”, ad esempio) provengano le uve utilizzate per la vinificazione.
Questo vino richiede lunghi periodi di invecchiamento prima di essere messo in commercio. Devono infatti trascorrere almeno cinque anni dal momento della vendemmia e, durante questo periodo, il vino deve essere sottoposto a un affinamento di almeno due anni in botti di rovere, e per un tempo non inferiore ad altri quattro mesi deve riposare in bottiglia. La qualifica di “Riserva
Biondi e Santi tenuta greppo
viene, in particolare, assegnata a quei vini che hanno riposato per almeno sei anni dopo la vendemmia e che, dopo i canonici due anni in contenitori di rovere, hanno avuto un periodo di affinamento in bottiglia della durata di almeno sei mesi.Trascorso il periodo di invecchiamento, il Brunello di Montalcino viene imbottigliato in bottiglie di tipo “bordolese” (slanciate e dal collo corto), in vetro di colore scuro e chiuse da un tappo di sughero; la capacità delle bottiglie può essere di 0.375, 0.500 o 0.750 ml, oppure di formato maggiore: un litro e mezzo, tre o cinque litri.

Insieme al vino piemontese Barolo, il Brunello di Montalcino è un vino dalla grande longevità. In sostanza, più tempo passa e più diventa buono: non è infrequente trovare in circolazione vini invecchiati per periodi che vanno da 10 a 30 anni ed oltre. C’è chi dice che i vini delle annate buone possono tranquillamente arrivare al secolo di età!
Caratteristiche organolettiche e chimiche
Il colore di questo vino è di un aspetto limpido e brillante, caratterizzato da una bella tonalità rosso rubino, leggermente
Fuligni
tendente al granato quanto più procede l’invecchiamento. Il suo profumo è decisamente intenso e persistente, con sentori fruttati e di vaniglia ma anche di legno aromatico e sottobosco. Il sapore di questo vino è leggermente tannico ma caldo, armonioso, persistente e robusto.
Il titolo alcolometrico minimo è di 12°; nel caso venga specificata in etichetta la vigna di provenienza del prodotto, tuttavia, il grado alcolico deve essere di almeno 12.5°. L’acidità totale minima è di 5 per mille (cioè 5 grammi/litro), mentre l’estratto secco netto non deve essere inferiore ai 24 g/litro.
Modalità di servizio e abbinamenti del Brunello di Montalcino
Il Brunello di Montalcino va servito a temperatura ambiente (circa 18-22°C), in bicchieri di cristallo dalla forma panciuta ed ampia che consentano la percezione del suo complesso ed articolato bouquet; nel caso di vini molto vecchi, è preferibile prima farli riposare in una caraffa di vetro in modo tale che si possano riossigenare adeguatamente, liberandosi al contempo del deposito sul fondo.
Il Brunello di Montalcino si accosta molto bene alle carni rosse ed alla selvaggina, sia di pelo che di penna. Il connubio con i formaggi saporiti a pasta dura è eccezionale come, ad esempio, quello “classico” con il pecorino toscano o con la toma; ben si presta inoltre, ad accompagnare piatti a base di funghi o dal sapore tartufato. Da evitare, invece, sono gli accostamenti con qualsiasi tipo di pesce e con le carni bianche.


Date le sue caratteristiche, il Brunello di Montalcino è adatto anche ad essere bevuto da solo lontano dai pasti, come un ottimo vino da meditazione.

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