L'acquavite di sidro ottenuta da
una particolare qualità di mele prodotta nella regione Francese della Normandia
è fra i distillati più famosi del mondo
Nel lontano 1588 il Re di Spagna
Filippo ordinò alla sua flotta di dirigersi verso le coste Inglesi. Una delle
navi, la “El Salvador”, accidentalmente
naufragò nelle coste Francesi. Non si conosce il motivo, forse per i marinai, o forse per il contenuto della stiva, ma, la leggenda narra che da quel momento il luogo del naufragio e tutta la regione circostante fu chiamata Calvados. Ma questa è solo una leggenda.
naufragò nelle coste Francesi. Non si conosce il motivo, forse per i marinai, o forse per il contenuto della stiva, ma, la leggenda narra che da quel momento il luogo del naufragio e tutta la regione circostante fu chiamata Calvados. Ma questa è solo una leggenda.
Cenni Storici
Da tempo immemorabile gli alberi di mele
prosperano nella regione a nord della Francia chiamata Normandia. I documenti
lasciati dalle popolazioni indigene, i Celti e i Romani, ci raccontano di una
regione dove gli alberi di mele hanno prosperato sia come albero selvatico,
avendo trovato un clima ed un territorio ideale per il suo naturale sviluppo,
sia come albero sacro. Dal XIII secolo lentamente i grandi alberi secolari
diffusi in tutta la regione cominciarono ad essere sostituiti con altre
varietà: le mele da sidro (pommes
à cidre). Le varietà indigene furono sostituite da
varietà chiamate
“Bisquet” e “Marin Onfroy”, senza dubbio adatte a fornire i frutti idonei alla
produzione del sidro.
La regione comincia a modificarsi nel suo
aspetto naturalistico. Nei tradizionali paesaggi Normanni, dove le mucche
pascolano nei prati e tra gli alti fusti degli alberi di mele, si arriva ad una
progressiva presenza di prati curati con estrema attenzione poiché devono
essere molto soffici per attenuare la caduta delle mele. Gli alti fusti degli
alberi vengono sostituiti da frutteti specializzati con alberi a basso fusto.
Certamente il paesaggio e l'atmosfera antica sono scomparsi, ma non tutto è
perduto. In primavera il paesaggio è coperto da migliaia e migliaia di alberi
in fiore, e in autunno, quando i frutti sono maturi, i profumi permeano l'aria.
Probabilmente le stagioni migliori per
visitare la Normandia sono proprio
l'autunno e la primavera.
La produzione del sidro, un tempo detto Sydre e poi Cidre, comincia a svilupparsi fino ad
assumere una rilevanza notevole in tutta la regione della Normandia e per poi
estendersi in tutta la Francia. L'origine del Calvados è senz'altro ambigua.
Curiosando negli antichi documenti troviamo la prima notizia sulla
distillazione del sidro: 28 marzo 1553. La notizia si trova nel diario di
Messer De Gouberville, membro della nobiltà e grande gastronomo, che visse a
Mesnil Au Val, nella penisola di Cotentin sulla Manica, il quale, pur citando
la distillazione del sidro, non fa cenno se era una pratica corrente oppure una
tecnica appena nata.
Qualche anno più tardi, nel 1600, fu creata la
“Corporazione dei distillatori di acquavite di Sidro”. Il nome del distillato
deriva dalla zona in cui si produce. La regione della Normandia chiamata
“Calvados” sembra prendere il nome dalla leggenda del naufragio della nave “El
Salvador” già citata. All'inizio la diffusione del distillato era circoscritta
alla zona di produzione ma dopo la liberalizzazione del commercio, avvenuta verso
la fine del
1700, l'acquavite del Calvados comincio a diffondersi, fino ad arrivare alla capitale Parigi, dove con il passare del tempo muta sia il proprio nome in “Calvados”, sia il proprio destino, diventando un distillato fra i più famosi ed apprezzati.
1700, l'acquavite del Calvados comincio a diffondersi, fino ad arrivare alla capitale Parigi, dove con il passare del tempo muta sia il proprio nome in “Calvados”, sia il proprio destino, diventando un distillato fra i più famosi ed apprezzati.
Nel 1942 il Calvados diventa AOC (Appellation d'Origine Contrôlée,
Denominazione di Origine Controllata), in seguito nel 1963 la normativa
fu rivista e furono stabiliti in senso rigoroso sia la zona, sia i metodi di
produzione e perfino la tipologia degli alambicchi. Inoltre si fissarono alcune
norme relative al prodotto finito: prima della commercializzazione il Calvados
deve ricevere l'autorizzazione dalla Commission de Dégustation de l'Institut National des Apellation
d'Origine (INAO), la quale verifica che siano soddisfatti tutti i
criteri richiesti dalla legge.
La Produzione del Calvados
Tutto inizia dalle mele da sidro e non
immaginate delle mele dolci e succulente. Le mele da sidro non sono adatte al
consumo, la loro origine botanica è diversa da quella delle mele da tavola.
Esistono centinaia di varietà di mele da sidro, ciascuna con le sue
caratteristiche, tuttavia le varietà legalmente consentite per la produzione
del sidro sono quarantotto. Fondamentalmente le mele vengono classificate in
quattro gruppi: quelle dolci, quelle amare,
quelle dolci/amare e quelle acidule. Per ottenere un sidro di buona qualità bisogna saper utilizzare varietà diverse in modo da ottenere un risultato armonioso. Talvolta si ricorre anche all'utilizzo delle pere in modo da accrescere o raggiungere l'acidità desiderata.
quelle dolci/amare e quelle acidule. Per ottenere un sidro di buona qualità bisogna saper utilizzare varietà diverse in modo da ottenere un risultato armonioso. Talvolta si ricorre anche all'utilizzo delle pere in modo da accrescere o raggiungere l'acidità desiderata.
In termini generali l'assemblaggio ideale è il
seguente: 40% di mele dolci, 40% di mele amare e 20% di mele agre o acide. La
preparazione del sidro avviene selezionando accuratamente le mele, quindi si
procede con l'estrazione del succo che consiste praticamente nel lavare e
pressare i frutti. Il succo, che secondo regolamento deve provenire
esclusivamente da frutti freschi, viene fatto fermentare per circa tre mesi, il
tempo necessario per sviluppare i necessari aromi, quindi diventa sidro da
distillazione. Questa fase, come tutte le altre, è molto importante: non si può
ottenere un buon Calvados se non si parte da una base di prima qualità.
Il sidro ottenuto deve rispondere a
caratteristiche ben precise:
deve avere almeno il 4,5% di alcol, l'aggiunta di
zucchero è severamente vietata e l'acidità volatile deve essere inferiore a 2,5
g/litro. Questi requisiti sono validi per tutti i tipi di Calvados. Esistono
due tipi di Calvados: ilCalvados AOC e
il Calvados AOC du Pays d'Auge.
Il “Calvados AOC du Pays d'Auge” deve provenire da mele coltivate nell'area
denominata appunto “Pays d'Auge” (figura ), i frutti vengono lavorati sempre
all'interno di quest'area ristretta, infine il sidro subisce una doppia
distillazione in un alambicco di fattura simile a quello usato per distillare
il Cognac.
Per quanto riguarda invece il “Calvados AOC”, le
mele devono provenire dall'area del Calvados esterna a “Pays d'Auge”,
e la
distillazione può avvenire in un alambicco a distillazione semplice, detto
anche alambicco a colonna. Come per il “Calvados AOC du Pays d'Auge”, prodotto
nella sua zona tipica, anche il resto dell'area di Calvados AOC ha le sue nicchie
e le sue peculiarità. Ogni zona presenta delle varietà di piante diverse, la
presenza di pere da sidro in misura diversa e delle caratteristiche ambientali
diverse. Questo, come nei vini e negli altri distillati, genera una serie di
prodotti diversi tra loro pur seguendo le stesse regole imposte dal
disciplinare di appartenenza.
La distillazione del sidro per il “Calvados AOC
du Pays d'Auge” viene eseguita due volte in un alambicco simile a quello
utilizzato per il Cognac. La prima fase di distillazione viene chiamata première chauffe, dalla quale,
eliminando la testa e la
coda, si ottiene la acquette o il brouillis. La seconda distillazione, denominata bonne chauffe, utilizza il prodotto della prima, e dopo avere eliminato anche in questo caso la testa e la coda, si ottiene il brandy chiamato Calvados, che per essere considerato tale deve avere una gradazione alcolica inferiore a 72°.
coda, si ottiene la acquette o il brouillis. La seconda distillazione, denominata bonne chauffe, utilizza il prodotto della prima, e dopo avere eliminato anche in questo caso la testa e la coda, si ottiene il brandy chiamato Calvados, che per essere considerato tale deve avere una gradazione alcolica inferiore a 72°.
L'alambicco utilizzato per il “Calvados AOC du
Pays d'Auge” è formato da 6 elementi. Il focolare è il generatore di calore
alimentato a gas oppure a legna. La caldaia, rigorosamente di rame, è il
contenitore del sidro da distillare. Il capitello si trova sopra la caldaia e
ha la funzione di lasciar passare solo i vapori più leggeri e di evitare che la
schiuma entri nel circolo di raffreddamento. Nello scalda sidro i vapori appena
usciti dalla caldaia, e prima di entrare nel raffreddatore, passano per un
contenitore che pre riscalda il sidro per la successiva distillazione con lo
scopo di rendere il
sistema più efficiente. Il sidro in attesa, conservato in questo contenitore, è scaldato ad una temperatura che equivale a 5 ore di riscaldamento effettuato nella caldaia. Il refrigeratore, raffreddando il vapore, permette di raccogliere il distillato in un recipiente finale.
sistema più efficiente. Il sidro in attesa, conservato in questo contenitore, è scaldato ad una temperatura che equivale a 5 ore di riscaldamento effettuato nella caldaia. Il refrigeratore, raffreddando il vapore, permette di raccogliere il distillato in un recipiente finale.
Il “Calvados AOC” viene distillato in un
alambicco a colonna e solo per una volta. L'alambicco a colonna è costituito da
tre elementi: la caldaia, la colonna di esaurimento e la colonna di
concentrazione. La caldaia è il contenitore dove viene portato ad ebollizione
il sidro e da cui passa alla parte superiore della prima colonna. La colonna di
esaurimento, o prima colonna, riceve il sidro nella parte superiore e lo lascia
scorrere verso il basso, lungo i suoi piani interni, lentamente e in modo da
fargli rilasciare tutti gli aromi. I vapori vengono poi diretti alla colonna di
concentrazione dove vengono scartate la testa e la coda del distillato, vengono
quindi raffreddati producendo un'acquavite con grado alcolico massimo di 72°.
Qui termina la prima fase della produzione del Calvados. Esattamente come per
altri brandy, la fase dell'invecchiamento completa, perfeziona, rifinisce e
arricchisce quanto di meglio ha saputo dare il distillatore.
L'Invecchiamento
Per invecchiare il Calvados vengono utilizzate
botti di quercia Normanna, costruite con legno molto secco. La botte, quando
accoglie il distillato giovane, comincia a cedere i propri tannini conferendo
aroma, colore, rotondità al distillato. Il colore dorato del distillato giovane
sviluppa lentamente verso il dorato o l'ambrato sempre più intenso, perdendo
l'aggressività che contraddistingue un distillato giovane senza però cedere
tutta la propria forza. Inoltre la porosità del legno lascia evaporare una piccola
parte, piccola ma certamente non insignificante. Un altro aspetto da
considerare durante la fase dell'invecchiamento è il ruolo svolto dall'aria, o
più precisamente dall'ossigeno. L'effetto ossidante dell'aria delle cantine,
un'aria con la giusta temperatura e umidità, contribuisce sostanzialmente
all'evoluzione fisico-chimica del Calvados, conferendo aromi sempre più
complessi. Durante la fase d'invecchiamento la percentuale d'alcol passa dal
70% circa al 40-45% circa.
Ogni cantina ha i suoi mastri cantinieri che con
la loro sapienza e la loro esperienza, cercano di condurre questo processo il
più possibile verso il prodotto che intendono creare. Molte sono le variabili
ed infinite le combinazioni possibili: distillato, legno, aria, temperatura, umidità
e tempo. Tutte queste variabili vanno dosate, controllate, verificate e
corrette. Invecchiare non significa abbandonare il distillato in cantina. Al
termine dell'invecchiamento si passa all'ultima fase che precede
l'imbottigliamento: l'assemblaggio. Come un chimico, un alchimista d'altri
tempi, il mastro cantiniere procede all'assemblaggio di diverse tipologie di
Calvados. I distillati provenienti da zone e annate diverse, vengono miscelati
per creare il prodotto finale destinato al consumatore.
Ci sono vari tipi di Calvados, tuttavia questi
si distinguono in due tipologie: i millesimati e gli assemblati. Per
millesimato si intende un Calvados prodotto da una sola e medesima
distillazione. Nei Calvados assemblati, prodotti con diversi brandy, l'età indicata
in etichetta rappresenta l'età del distillato più giovane. Per esempio, in un
Calvados di 30 anni il distillato più giovane dell'assemblaggio è un'acquavite
di 30 anni, tuttavia può contenere anche acquaviti più vecchie. Di seguito sono
riportate le varie denominazioni che tipiche nelle etichette di Calvados:
- Trois Etoiles - (tre stelle) -
(oppure Trois Pommes, tre mele) indicano un
invecchiamento minimo di due anni in fusti di legno
- Vieux - (Vecchio) - (oppure Réserve, Riserva) indicano un
invecchiamento minimo di tre anni in fusti di legno - Vieille Réserve - (Vecchia Riserva) -
(oppure V.O.) indicano
- VSOP - indica un Calvados con
un minimo di cinque anni di
- Extra, XO, Napoléon, Hors d'Age (fuori età), Age inconnu (età
A volte nelle
etichette è indicato l'anno di imbottigliamento: è un'informazione importante
in quanto qualunque distillato, dopo l'imbottigliamento, termina la sua
evoluzione. Generalmente i Calvados giovani vengono utilizzati per la
preparazione di cocktail e long drink, mentre quelli invecchiati sono
solitamente consumati da soli e in meditazione, oppure a fine pasto. Il
Calvados è ottimo come digestivo, i Francesi amano sorseggiarlo anche durante i
pasti, nella breve attesa tra una portata e l'altra. Il bicchiere più adatto
per la degustazione del Calvados è quello classico da Cognac.
Cocktail con il Calvados
Vi sono alcune grandi ricette eseguibili con il Calvados. Magari nella miscelazione suggerisco di usare un Calvados normale e riservare per la degustazione naturale quelli dei Pays d’Auge, a meno che non si voglia fare un “luxury coktail”. L’Angel face forse è il cocktail più importante a base di Calvados, essendo di recente rientrato nell’olimpo dei cocktail targati Iba (International bartenders’ association).
Angel face
3 cl di Gin
3 cl di Apricot Brandy
3 cl di Calvados
Shakerare gli ingredienti e versare in una coppa a ben fredda.
Deux coeur (due cuori)
3 cl Calvados Dupont
1,5 cl Liquore alla mela verde
1,5 cl succo di limetta verde
1,5 cl infuso di bucce di mela verde aromatizzato alla vaniglia
Shakerare il tutto e servire in una coppa a champagne vintage style ben fredda. Guarnito con un cuore di mela.
Doux cidre
5 cl Calvados
2 cl Cinzano bianco
2 cl zucchero al miele
Shakerato e servito in coppa a cocktail ben fredda.
Prince
4 cl Calvados
2 cl Crema di cacao scura
Preparato direttamente nel bicchiere con abbondante ghiaccio. Lemon twist o spirale.
Kos
Long drink.
4 cl Calvados
2 cl Succo di limone fresco
2 cl Sciroppo di zucchero
6 cl Infusione di tè fragola e mango
Decorato con fiore di mela, mango e fragola. Preparato nello shaker e servito con ghiaccio in tumbler alto.
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Angel Face |
Vi sono alcune grandi ricette eseguibili con il Calvados. Magari nella miscelazione suggerisco di usare un Calvados normale e riservare per la degustazione naturale quelli dei Pays d’Auge, a meno che non si voglia fare un “luxury coktail”. L’Angel face forse è il cocktail più importante a base di Calvados, essendo di recente rientrato nell’olimpo dei cocktail targati Iba (International bartenders’ association).
Angel face
3 cl di Gin
3 cl di Apricot Brandy
3 cl di Calvados
Shakerare gli ingredienti e versare in una coppa a ben fredda.
Deux coeur (due cuori)
3 cl Calvados Dupont
1,5 cl Liquore alla mela verde
1,5 cl succo di limetta verde
1,5 cl infuso di bucce di mela verde aromatizzato alla vaniglia
Shakerare il tutto e servire in una coppa a champagne vintage style ben fredda. Guarnito con un cuore di mela.
Doux cidre
5 cl Calvados
2 cl Cinzano bianco
2 cl zucchero al miele
Shakerato e servito in coppa a cocktail ben fredda.
Prince
4 cl Calvados
2 cl Crema di cacao scura
Preparato direttamente nel bicchiere con abbondante ghiaccio. Lemon twist o spirale.
Kos
Long drink.
4 cl Calvados
2 cl Succo di limone fresco
2 cl Sciroppo di zucchero
6 cl Infusione di tè fragola e mango
Decorato con fiore di mela, mango e fragola. Preparato nello shaker e servito con ghiaccio in tumbler alto.
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